Lunedì 23 Luglio 2007
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""Ora un nuovo partito per fermare il declino""
"Lo stato di salute dell'Unione e la scelta del leader del Partito democratico: parla il deputato ds Alberto Stramaccioni"     sdgsdgs

di Pierpaolo Burattini

Il dibattito regionale intorno al Partito democratico? Al declinare di luglio, se proprio si vogliono tirare le prime parziali somme, Margherita e Ds sono lì, inchiodati ai soliti bizantinismi della dietrologia, dove aspettare la mossa del vicino è sempre meglio che giocare la propria partita in campo aperto. E allora è tutto un passarsi il classico cerino di mano in mano in attesa di qualcosa sempre di là da venire. O meglio di un nome, stiamo parlando del futuro segretario regionale del Partito democratico, che s’imponga sugli altri per la sua capacità o per il clima d’inerzia generale. Con il deputato alla seconda legislatura ed ex segretario regionale dei Ds, Alberto Stramaccioni, partiamo da qui.


On. Stramaccioni il 14 ottobre prossimo nasce il Partito Democratico anche in Umbria come valuta l’andamento del dibattito politico?

Non c’è dubbio che la candidatura di Veltroni e il suo discorso a Torino abbiamo precisato il progetto del Pd, definito l’identità del nuovo partito e aperto un confronto positivo con la società italiana. Ma c’è ancora molta fiducia e credibilità da recuperare mentre dobbiamo al tempo stesso saper valorizzare le riforme che ha realizzato e sta realizzando il governo Prodi, nonostante i limiti imposti dalla risicata maggioranza al Senato. 

Questo è il quadro generale, mentre invece in Umbria Ds e Margherita sembrano essere solo ai primi gradini

Penso che occorra lavorare di più insieme con la Margherita e le Associazioni della società civile in tutte le città per superare insieme incomprensioni in alcune realtà umbre e presentare il progetto del Pd alla società regionale come una vera occasione di cambiamento utile per realizzare quelle riforme che modernizzino realmente il sistema politico-istituzionale ed economico-sociale dell’Umbria. Altrimenti perderemmo un’occasione storica, come purtroppo già accaduto in passato.

Dalle sue parole si avverte che non sembra esserci una grande convinzione sul progetto del PD in Umbria?

No, al contrario, bisogna distinguere. Nelle numerose assemblee pubbliche a cui ho partecipato con altri dirigenti della Margherita ho registrato una forte partecipazione popolare e avvertito l’attesa e la speranza nel cambiamento da parte di tanti semplici cittadini, mentre appare più ridotto l’impegno dei gruppi dirigenti più ristretti dei partiti. Se questo atteggiamento si perpetuasse nel futuro il Pd perderebbe l’occasione per invertire quella tendenza al declino politico ed elettorale del centrosinistra che purtroppo a mio avviso è già iniziata in Umbria e con caratteristiche del tutto particolari e preoccupanti. 

Lei insiste sulla tendenza al declino elettorale della sinistra, ma non sembra di concedere troppo al pessimismo?

Chi non avverte il clima di vera e propria insofferenza che c’è nei confronti del centrosinistra in Umbria vuol dire che non riesce a capire o è in malafede. Basterebbe guardare i dati delle recenti elezioni di Assisi, Todi, Deruta per rimanere a quelli più significativi e saper andare oltre le cosiddette spiegazioni locali che pure ci sono per quei risultati. Più che vincere il centrodestra è il centrosinistra che perde. 

Frase ad effetto questa quest’ultima che però dovrebbe essere spiegata e portata alle sue estreme conseguenze.

Guardi, il dato prevalente che emerge dalle elezioni più recenti è che si va diffondendo una chiara insofferenza verso la presenza e l’azione di governo del centrosinistra a tutti i livelli anche perché stenta ad affermarsi un progetto nuovo per l’Umbria fondato su una seria ed autentica azione riformatrice e modernizzatrice sui tanti temi dello sviluppo e della pubblica amministrazione. Tutto ciò rischia di identificare la coalizione di centrosinistra come la forza della conservazione dell’esistente e del sistema dominante, soprattutto agli occhi dei più giovani e dei ceti sociali fuori dalle convenienze o dai privilegi della spesa pubblica.

Fin qui siamo all’analisi di ciò che non va, mentre i rimedi quali sarebbero?

Innanzitutto partire dalla consapevolezza di questa situazione per costruire il Partito Democratico in modo da renderlo effettivamente un nuovo partito, il partito dei cittadini che difende i loro interessi generali e non quelli di gruppi sociali già garantiti con uomini e programmi che rilancino contestualmente, sia l’azione riformatrice che l’unità e la coesione della coalizione di centrosinistra. E proprio in alcune importanti città della regione occorre dimostrare con determinazione questa nuova volontà innovativa. Altrimenti il rischio della sconfitta è molto alto.

Le elezioni amministrative e regionali del 2009 e 2010, se non ci saranno prima le elezioni politiche anticipate, il primo banco di prova per misurare eventuali analisi sbagliate e veilletarismi vari.

Non c’è dubbio. A partire dalle prossime consultazioni del 2009 e 2010 il centrosinistra si dovrà presentare necessariamente unito se vuole vincere la sfida. Quasi sicuramente si determinerà una geografica politica nuova anche nel centrosinistra umbro con la riorganizzazione della sinistra, mentre dovranno essere scelti nuovi candidati sindaci e presidenti in grado di affrontare una insidiosa competizione elettorale a partire dai comuni maggiori. Al tempo stesso si tratterà di creare un nuovo equilibrio politico-istituzionale all’interno della coalizione dopo quello realizzatosi quasi dieci anni fa. Operazioni complesse che non possono essere improvvisate o gestite senza la necessaria consapevolezza, competenza ed unità.

Come vede allora alla luce di questi problemi il dibattito sul nuovo segretario regionale del Pd che verrà eletto il 14 ottobre?

Per quello che leggo, perché non c’è altra sede di confronto che i giornali, assisto da un dibattito del tutto inadeguato proprio perché dalle proposte circolate non emerge un identikit che esprime la consapevolezza profonda e l’esperienza necessaria per affrontare le sfide nei prossimi mesi ed anni. Non capisco poi come possa, solo una parte del gruppo dirigente dei Ds, non so quanto rappresentativa, e senza il concerto con la Margherita, scegliere un segretario autorevole. Forse lo si vuole adatto a rassicurare solo quattro o cinque dirigenti sulle loro future carriere e niente di più. 

Ma se le candidature su cui lavorano alcuni rappresentanti del gruppo dirigente vanno avanti, lei che atteggiamento terrà?

Spero che torni a prevalere il senso di responsabilità e ci si orienti su una candidatura il più possibile unitaria in un momento così complesso e difficile. Se così non dovesse essere a quel punto sarebbe utile sperimentare tutte le risorse democratiche previste dal regolamento delle primarie per l’elezione del segretario regionale. Del resto a livello nazionale si vanno definendo più candidature per il segretario del Pd e così potrebbe succedere per l’Umbria. D’altronde qualcuno le ha già preannunciate.

Stramaccioni vuole forse dirci che è pronto a sostenere nuove candidature o forse ad avanzare la sua?

Ho già risposto, la mia opinione mi sembra abbastanza chiara, vedremo, vedremo, ancora c’è tempo per decidere.

 

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