Venerdì 02 Luglio 2004
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"Materiale della conferenza stampa : "Indagine conoscitiva sui crimini nazifascisti in Umbria 1943-1944""   svdsvee

La “guerra ai civili” in Umbria
1943 – 1944

Nell’ambito dell’attività avviata dalla “Commissione parlamentare di inchiesta sulle cause dell’occultamento dei fascicoli relativi ai crimini nazifascisti” istituita con legge n. 107 del 15 maggio 2003, l’on. Alberto Stramaccioni, con la collaborazione delle Amministrazioni comunali dell’Umbria, ha provveduto a realizzare una “Indagine conoscitiva sui crimini nazifascisti perpetrati in Umbria tra il 1943 e il 1944” coordinata dai dott. Angelo Bitti, Valeria Marini e Luca Maria Martelli.


I soldati tedeschi in ritirata tra il settembre 1943 e il giugno 1944, mentre risalivano l’Italia verso la Germania, attraversarono la nostra regione da sud a nord in diverse direzioni, seminando terrore, distruzioni e compiendo decine di eccidi fino ad uccidere centinaia di civili. Combattevano contro le formazioni partigiane in tutto il centro-nord, ma molto spesso la loro ferocia si rivolgeva verso bambini, vecchi, donne e uomini disarmati, fino a provocare le stragi più orrende che portarono alla morte di oltre quindici mila cittadini italiani.
Anche in Umbria i militari della Wehrmacht eseguivano l’ordine emanato dal maresciallo Kesserling che intendeva colpire i cosiddetti “fiancheggiatori” delle azioni partigiane, non lasciando più spazio alla distinzione tra la figura del combattente e quella del civile. Si dichiarava così una specie di “guerra ai civili” condotta da nazisti e fascisti, tra l’aprile e il giugno del ’44, quando cioè i comandi tedeschi, pur di disporre di retrovie libere al fine di fronteggiare la crescente offensiva delle truppe alleate, decisero di adottare una strategia di tipo terroristico, per stroncare qualsiasi forma di collaborazione tra la popolazione civile e i partigiani.
L’azione condotta dai tedeschi era quasi dappertutto sostenuta ed orientata dai fascisti locali che intensificarono la loro collaborazione proprio a partire dal marzo-aprile 1944 allorché di fronte allo scarso esito delle misure volte alla costituzione di un esercito della Repubblica sociale italiana e al potenziamento della Guardia Nazionale Repubblicana, si applicarono provvedimenti “esemplari” contro tutti coloro che venivano considerati nemici.
Da una prima indagine - naturalmente non esaustiva e meritevole di ulteriori e necessari approfondimenti - sugli atti di violenza commessi da tedeschi e fascisti contro partigiani e civili al di fuori di azioni di combattimento, si possono individuare alcuni elementi (con riferimento a tempi, luoghi e tipologia delle violenze) che risultano ricorrenti, configurando tali violenze come vera e propria “guerra ai civili” condotta da tedeschi e fascisti attraverso circa 50 eccidi che portarono alla morte di oltre 250 civili.

Per quanto concerne i luoghi, le violenze si concentrano soprattutto nelle campagne dove agivano in gran parte i partigiani. In particolare, lungo tutta la fascia appenninica umbro-marchigiana, nell’orvietano-pievese, nell’area compresa tra Gubbio, Umbertide, Città di Castello.

Con riferimento alla tipologia delle violenze è invece possibile distinguere almeno tre situazioni

- rastrellamento, costituente elemento attivo nell’ambito della strategia di intervento preventivo antiguerriglia, di cui si rendono protagonisti sia tedeschi che fascisti (così, ad esempio, per le violenze commesse da tedeschi e fascisti nel corso del rastrellamento, avvenuto all’inizio dell’aprile 1944, nell’area compresa tra Trevi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino). Sono protagonisti di tale azioni, unità speciali tedesche (SS) ma, il più delle volte, reparti della Wermacht o unità di polizia. Per le forze della RSI, sono operativi prevalentemente reparti della GNR o del ricostituito esercito di Graziani (paracadutisti, bersaglieri). 

- rappresaglia, elemento punitivo e deterrente, nell’ambito della strategia antiguerriglia, che si realizza in genere, ma non sempre, dopo azioni partigiane e, nei giorni immediatamente precedenti alla liberazione, a fini puramente terroristici o di razzia. Sono commesse prevalentemente da tedeschi (in genere appartenenti alla Wermacht) ma, anche, con il contributo di elementi fascisti (in quanto delatori, componenti di reparti tedeschi, ad esempio SS italiane o da appartenenti a corpi di élite della RSI, come i paracadutisti). Tra i diversi casi, l’eccidio di Gubbio, quello di Pian dei Brusci, presso Trestina. 

- Fucilazioni sommarie e singole uccisioni, nell’ambito di quella “guerra ai civili” condotta dalla RSI per l’affermazione della propria autorità (lotta al fenomeno della renitenza e diserzione, più in generale a tutti coloro che vengono considerati ostili), di cui si rendono protagonisti il più delle volte reparti della GNR o della polizia ausiliaria (ad esempio, le uccisioni dei fratelli Ceci a Marsciano, quelle di Camorena di Orvieto) composti in prevalenza da fascisti locali.

Riportiamo di seguito in ordine cronologico i luoghi, le circostanze il numero delle vittime e i crimini nazifascisti perpetrati in Umbria tra il novembre 1943 e il luglio 1944. 

 Poggiodomo: 29-30 Novembre 1943, a seguito di uno scontro con i partigiani i nazisti operarono una rappresaglia nel paese di Mucciafora e fucilarono sette contadini, accusati di aver rifocillato partigiani jugoslavi. Nel dicembre ad Agliano, i tedeschi fucilano cinque persone, prese a caso tra gli abitanti del borgo, perché qualcuno del paese aveva dato rifugio ad un prigioniero di guerra, probabilmente fuggito dal campo di concentramento di Campello sul Clitunno.

 Perugia: 15 febbraio 1944, presso il Cimitero di Perugia, viene ucciso a sangue freddo, da militi della GNR, un giovane di Deruta, già appartenente alla GNR, accusato di essere disertore e di aver fornito armi ai partigiani.

 Orvieto: 7 marzo 1944, militi del Battaglione “M”, corpo fascista noto per la sua ferocia, di stanza ad Orvieto, arrestarono sette orvietani accusati di voler costituire una banda partigiana. I sette, dopo essere stati barbaramente torturati, furono fucilati il 29 marzo a Camorena di Orvieto. 

 Monte Castello di Vibio: 7 marzo 1944, in località Doglio, venne ucciso a sangue freddo, da militi della GNR, un giovane sorpreso a caccia con un fucile.

 Foligno: 14 marzo 1944, furono fucilati a Cesi di Serravalle del Chienti, da militi della GNR, quattro giovani sospettati di essere partigiani.

 Cascia: 26 marzo 1944, un centinaio di militi germanici e fascisti entrarono nel paese, lo perquisirono e uccisero senza motivo due persone, una donna di 75 anni e un uomo di 50. 

 Scheggia: 23 marzo 1944 quattro contadini di una stessa famiglia, accusati di tenere materiale esplosivo, notoriamente usato per spaccare la legna, vennero fucilati da un plotone tedesco con la collaborazione di fascisti della GNR; 27 marzo 1944 militari tedeschi e fascisti dopo aver fatto razzia di cibo spararono senza ragione, uccidendolo, contro un giovane contadino inerme; nello stesso giorno presso Poggio Molino un comando tedesco uccise un uomo disarmato.

 Alto Tevere: 27 marzo 1944, in conseguenza di un rastrellamento contro i partigiani della brigata San Faustino-Proletaria d’Urto, attuato da un reparto esplorante tedesco della 3a Divisione granatieri corazzati in una vasta area compresa tra Gubbio e Umbertide (Scheggia, Toppola, Torre dell’Olmo, Baccaresca e Sigillo), rimasero uccisi complessivamente cinquantasette civili (tra questi tre ebrei rifugiatisi nella zona, i cui cadaveri furono lasciati insepolti per diversi giorni).

 Marsciano: 28 marzo 1944 presso il Cimitero, dopo un processo farsa durato lo spazio di una mattina, furono fucilati barbaramente da un reparto della GNR tre giovani contadini appena ventenni, accusati di renitenza alla leva.

 Valnerina: Nella notte del 29 marzo 1944, reparti tedeschi iniziarono un grande rastrellamento che investì tutta l’area occupata dalla brigata garibaldina ternana “Antonio Gramsci” (nelle quattro province di Perugia, Terni, Rieti ed Ascoli Piceno, fatti che verranno approfonditi di seguito) e si protrasse per una decina di giorni. La formazione garibaldina subì gravi perdite, caddero più di 50 partigiani. La furia omicida di tedeschi e fascisti si abbatté anche sulla popolazione civile. Tre civili nel comune di Norcia, undici in quello di Cascia, quattro a Borgo Cerreto, cinque civili furono fucilati a Monteleone di Spoleto, otto in località Piermasotte nel comune di Vallo di Nera per un totale di trentatré morti, (secondo alcune testimonia il bilancio deve salire a trentasette) tutti agricoltori, più di cento i deportati.

 Terni: tra il 1 e il 10 aprile 1944 a Poggio Bustone, località in provincia di Rieti, un comando tedesco opera un rastrellamento alla ricerca di renitenti alla leva, tre giovani furono uccisi, mentre molti partigiani tra cui numerosi umbri, morirono e molti altri vennero deportati.

 Cascia: Aprile 1944, viene ucciso un giovane, fratello di un partigiano locale, dai militi della GNR della compagnia controguerriglia. 

 Terni: Aprile 1944, a Leonessa, in provincia di Rieti e nelle frazioni circostanti al confine con Terni, a seguito di un rastrellamento cinquantuno cittadini inermi, anche ternani, tra cui il parroco del paese, vennero massacrati.

 Perugia: 28 marzo 1944, nel bosco della ex Villa Checcarelli a Ponte della Pietra, furono fucilati dai tedeschi otto giovani, renitenti alla leva, catturati per la maggior parte nei pressi di Costacciaro. 

 Terni: Aprile 1944, presso Marmore un uomo ultrasettantenne viene ucciso da un plotone di fascisti repubblichini.

 Montefalco: 13 aprile 1944, dopo essere stati condannati da un Tribunale Militare di guerra, furono fucilati da un battaglione della RSI due giovani di soli 19 anni in quanto accusati di renitenza alla leva. 

 Calvi: 13 aprile 1944 sedici persone vennero prima seviziate e poi fucilate perché accusate di essere antitedesche, dalle S.S. con la collaborazione di fascisti locali.

 Foligno, Nocera, Gualdo Tadino: Dal 17 aprile 1944 e per tre settimane forze tedesche - reparti di Alpenjäer e fasciste investirono una vasta area compresa tra Colfiorito, Nocera Umbra e Gualdo Tadino, sbandando completamente la IV Brigata Garibaldi di Foligno. Tra il 17 e il 23 aprile nelle frazioni di Colle Croce, Mosciano, Serre e Sorifa unità SS tedesche massacrarono circa ventiquattro civili. 120 persone, rastrellate nel territorio comunale di Nocera Umbra, furono deportate nel campo di concentramento di Cinecittà a Roma.

 Pietralunga: 7 maggio 1944 nelle campagne di Burano nell’ambito di un rastrellamento condotto da forze nazifasciste elementi appartenenti ad una divisione di polizia tedesca saccheggiarono diversi piccoli centri e case isolate assassinando sei civili, tra cui una anziana donna cieca.

 Perugia: Maggio 1944 elementi di un reparto della Polizia Ausiliaria della Questura di Perugia tesero un imboscata e uccisero sulla via Flaminia, tra Gualdo Tadino e Nocera Umbra, due presunti partigiani.

 Panicale-Città della Pieve: 14 giugno 1944 in un casolare in località La Muffa, nei pressi di Panicale, soldati tedeschi intenti a saccheggiare uccisero sei contadini (due donne e quattro uomini) mentre una donna rimase ferita. 15 giugno 1944 a San Litardo, presso Città della Pieve furono uccisi due uomini e una donna da soldati tedeschi in ritirata.

 Todi: 13 giugno 1944 in località Pian di San Martino cinque persone, due donne e tre uomini furono fucilate dalle truppe tedesche in fuga.

 Orvieto: 11 e 14 giugno 1944, furono trucidati cinque civili dalle ultime retroguardie tedesche in ritirata.

 Montecastello di Vibio: 16 giugno 1944, in località i Poggi soldati tedeschi uccisero dieci persone componenti di due famiglie di contadini, per rappresaglia all’uccisione di un tedesco da parte di due giovani che cercavano di riprendersi dei cavalli rubati.

 Bettona: 17 giugno 1944 un giovane di Passaggio di Bettona, indicato dai fascisti locali, fu trucidato da un plotone della Wehrmacht.

 Gubbio: All’alba del 22 giugno 1944 come rappresaglia per l’uccisione di un tenente medico tedesco e per il ferimento di un altro da parte di tre partigiani del GAP eugubino, elementi della 114a Divisione della Wehrmacht fucilarono quaranta civili scelti tra più di 160 ostaggi precedentemente rastrellati con la collaborazione dei fascisti locali.

 Spoleto: Giugno 1944, nei pressi di San Giacomo di Spoleto, furono uccisi, sei civili da soldati tedeschi. 

 Pietralunga: Giugno 1944, nei centri di Castel Guelfo, Montemaggiore, Colle di Vialba, Pietralunga, furono uccisi da reparti tedeschi in ritirata sei contadini.

 Umbertide: 24 giugno 1944, durante una funzione religiosa nella chiesa di Serra Partucci una squadra di nazisti in ritirata uccise cinque persone. Circondò la chiesa e prelevò un giovane di 26 anni, che insieme ad altri quattro precedentemente presi, fu giustiziato poco lontano.

 Città di Castello: 27 giugno 1944, all’Aiola presso Petrelle, per rappresaglia contro un comando di partigiani che aveva attaccato tre tedeschi di cui due morirono, furono uccise quattordici persone. Dopo aver costretto alcuni contadini a minare la fattoria e le case coloniche intorno, dodici di loro vennero fatti saltare in aria, gli altri furono raggiunti dai proiettili mentre correvano per avvisare i vicini della rappresaglia in corso.

 Umbertide: Nella notte del 28 giugno 1944 presso Penetola, un plotone tedesco in fuga cattura ventiquattro contadini, dodici dei quali verranno barbaramente uccisi dando fuoco alla stalla nella quale erano stati rinchiusi tutti. Fucilarono sul posto coloro che tentavano di fuggire. Tra le vittime tre donne e cinque ragazzi di 8, 11, 14, 16 e 18 anni.

 Tuoro: 1 luglio 1944, durante una discussione tra gli abitanti di Tuoro e alcuni tedeschi, a seguito del furto di una bicicletta, due partigiani si intromisero uccidendo un soldato tedesco. Nelle ore successive con una veloce rappresaglia sette persone, estranee all’accaduto, furono prelevate dalle proprie case e fucilate.

 Città di Castello: 8 luglio 1944, nove persone, appartenenti a due famiglie, furono trucidate a Pian dei Brusci nei pressi di Trestina, da un plotone tedesco su indicazione dei fascisti locali. Erano accusati di non saper indicare dove fossero nascosti gli inglesi. Il 12 luglio in località Meltini presso San Paterniano in circostanze misteriose furono trovati i corpi di cinque contadini.

 Foligno: 12 agosto 1944. La famiglia di un capitano di marina folignate fu trucidata a Sant’Anna di Stazzema (Lu). Il capitano si era trasferito insieme alla moglie e agli otto figli (di 16, 15 13, 10, 8, 5, 3 anni e 3 mesi), per stare più lontano dagli eventi bellici. Quel tragico giorno, furono assassinate sulla piazza da un plotone nazista, comandato dal maggiore Reder, 560 persone.

 

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