Venerdì 06 Febbraio 2004
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"Allarme per l''Accademia di Belle Arti"
"Grave situazione finanziaria,Incerto il quadro normativo della Pietro Vannucci"    svsev

di Alberto Stramaccioni

L''allarme venne lanciato più di un mese fa, nel corso dell''inaugurazione dell''Anno Accademico 2004-2005, ma con il passare del tempo la situazione finanziaria si fa sempre più preoccupante all''Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia. 

La legge finanziaria del governo Berlusconi, nonostante le pressioni e le sollecitazioni dei parlamentari umbri, non ha infatti preso minimamente in considerazione lo stato dei bilanci delle Accademie di Belle Arti che versano tutte in pessime condizioni e in particolare quelle non statali, ma legalmente riconosciute, quali quelle di Genova, Ravenna, Bergamo, Verona, Brescia e Perugia. In più la nostra Accademia tra quelle legalmente riconosciute è l''unica pareggiata e che da tempo nel 1971-72, 1997-2000-2003, ha fatto domanda per essere trasformata in un''Accademia Statale. 


Le difficoltà finanziarie nascono dal fatto che la nostra Accademia non riesce a far fronte alle diverse, qualificate e crescenti esigenze didattiche con i soli contributi provenienti per un terzo del Comune di Perugia e per i due terzi della Provincia tra l''altro particolarmente onerose per queste istituzioni locali, di fronte ai tagli anche ai loro bilanci. 

Si tratta quindi di rifinanziare la legge 306 del 2000 che ha consentito negli ultimi tre anni di adeguare le dotazioni anche ad un''Accademia come quella di Perugia che fondata nel 1573, pareggiata nel 1940, ha più volte rinnovato la richiesta di statalizzazione dell''attività didattica e che dopo l''Università di Perugia e l''Università per Stranieri è sicuramente la più importante istituzione culturale in Umbria. Svolge la sua attività didattica e di formazione in un quadriennio di studi al quale sono iscritti mediamente oltre 250 studenti con 33 docenti di ruolo e incaricati per i corsi di scuola di pittura, scultura, scenografia e scuola libera del nudo. C''è poi da sottolineare che per la sua attività di Istituto di Alta formazione artistica usufruisce di un importante patrimonio artistico, documentale e storico frutto di oltre quattrocento anni di attività. 

Cosciente di questa sua storia, e in vista della statalizzazione l''Accademia non è stata in questi anni con le mani in mano. Ha avviato una modifica dello Statuto per scindere l''attività didattica e formativa che dovrebbe passare allo Stato, da quella di istituzione di rilevante valore storico e culturale mediante l''istituzione di una Fondazione, tale da consentire la salvaguardia dell''autonomia e della sua identità storica. 

E'' stato così approvato dopo una lunga elaborazione lo Statuto della Fondazione dell''Accademia dei soci fondatori, che sono il Corpo Accademico il Comune e l''Amministrazione provinciale di Perugia, la quale avrà il compito di sostenere l''attività dell''Accademia conservare, valorizzare e accrescere il patrimonio artistico e storico di proprietà della Fondazione. 

Ma in vista della statalizzazione nell''ultimo anno sono sorti alcuni problemi proprio per l''atteggiamento del Ministero dell''Istruzione dell''Università e della Ricerca e proprio sulla questione dell''attuazione della legge 508 del 1999, promulgata per la riforma delle Accademie di Belle Arti. Una legge particolarmente importante, da tempo richiesta, che prevede la graduale statalizzazione delle Accademia di Belle Arti, legalmente riconosciute e con particolare attenzione ad altri eventuali istituti culturali nei capoluoghi di regione, sprovvisti di Accademie statali. Ma il Ministero non d''accordo con le norme per la nomina del presidente e del Consiglio di Amministrazione delle nuove accademie statalizzate, non ha bloccato l''emanazione dei regolamenti attuativi della legge di riforma del 1999. 

La situazione è oggi quindi di vero e proprio stallo sul piano ordinamentale e per quanto riguarda la legge di riforma ed è in una preoccupante situazione finanziaria sul piano amministrativo. D''altronde per i tre esercizi finanziari del 2000, 2001 e 2002 sono state liquidate poco più di un milione di euro, ma oggi che i fondi della legge 306 sono esauriti, ci sono forti difficoltà per la prosecuzione dell''attività didattica. 

Sarà utile quindi che il Ministero e il Governo rifinanzino la legge senza aspettare la nuova Finanziaria, magari con un provvedimento specifico per le tante accademie esistenti in Italia, compresa quella di Perugia che sono una risorsa per l''insieme della vita culturale del paese. L''impressione è invece che il Ministero e il Governo vogliano disattendere l''applicazione della legge di riforma puntando così a ridurre il numero delle Accademie legalmente riconosciute, valorizzandone solo alcune, considerate di maggiore peso nazionale. Una prospettiva che va sicuramente contrastata proprio perché metterebbe in discussione il ruolo e la funzione di un''istituzione centenaria di grande e irripetibile valore, unica in Umbria con un qualificato patrimonio di energie intellettuali, come è quella di Perugia. 

Qualcuno ha parlato, pur di salvare questa prestigiosa istituzione, di farne in qualche modo una specie di Facoltà o di Corso di Laurea della Università degli Studi. Non so quanto oggi risulti utile parlare di questa eventuale prospettiva, forse è meglio impegnarsi esclusivamente e a tutti i livelli per conservare l''autonomia, il patrimonio artistico e intellettuale e il proseguo dell''attività didattica di una importante istituzione culturale come l''Accademia di Belle Arti di Perugia.

 

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