Martedì 01 Luglio 2003
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"La sconfitta del ceto burocratico manageriale"    svsve

di Alberto Stramaccioni

Sorprende francamente il risentito disappunto con cui Francesco MANDARINI ha reagito alla nomina da parte della Giunta Regionale dei nuovi Direttori Generali delle Asl e delle Aziende Ospedaliere. Chi come lui per tanti anni si è battuto, e a mio avviso giustamente, per il primato della politica e l''autonomia delle scelte spettanti alle istituzioni democraticamente elette rispetto agli altri poteri, avrebbe potuto comprendere e reagire con maggiore serenità. Forse c''è dell''altro, ma naturalmente ognuno è libero di esprimere le proprie opinioni. 


Lo ringrazio comunque della sottile ironia con cui mi ha chiamato in causa sostenendo che sarei felice perché ''per la prima volta ho trovato un Presidente della Regione che segue le mie indicazioni innovative e che rassicura tutti sulla trasparenza dei poteri in campo '. Un riconoscimento davvero immeritato per la sola forza delle mie opinioni. E purtuttavia, se davvero fosse realmente così, non avrei ragioni per dispiacermene, dato il carattere costruttivo delle mie critiche. Ma l''interpretazione mi appare francamente un po'' strumentale e fuorviante, e poi, come tutti sanno, una rondine sola non fa primavera. 

Sento il dovere comunque di sottolineare che se davvero si esprimesse una reale volontà innovativa e riformatrice da parte della Giunta regionale sull''insieme dell''azione di governo, un certo sistema di potere avrebbe di che preoccuparsi, proprio perché esprime una sostanziale volontà di conservazione dell''esistente, ciò che rappresenta l''ostacolo vero per una reale modernizzazione dell''Umbria. 

Ma veniamo al merito della questione. Innanzitutto non credo che si possa mettere in alcun modo in discussione il diritto-dovere della Giunta Regionale di esprimere la piena potestà sulla politica sanitaria regionale, assumendosene naturalmente tutte le responsabilità di fronte agli elettori. E quindi, se un limite c''è stato in questa prospettiva, è che la correzione realizzata non è stata completa ed è avvenuta solo qualche anno dopo l''elezione diretta del nuovo Presidente, della nuova Giunta e del nuovo Consiglio Regionale. 

E'' forse anche per questo che rotazioni e sostituzioni dei Direttori evidenziano qualche 'difetto di motivazione'. Ma l''eloquenza di alcune reazioni, anche un po'' scomposte, ha finito con il sostituire pienamente l''eventuale difetto di motivazione. 

Più in generale però, quello che ritengo un principio utile da affermare, consiste nella prerogativa piena per chi ha responsabilità di governo di applicare una sorta di spoil-system nel rapporto tra esecutivo e struttura manageriale-burocratica per realizzare al meglio la politica e il progetto con il quale ci si è presentati agli elettori, si è ottenuta la fiducia e poi si è stati chiamati a governare. Così d''altronde si fa nelle imprese private quando si sceglie il management più adatto per realizzare gli obiettivi che ci si è proposti. A maggior ragione si dovrebbe fare negli enti pubblici e in settori così delicati come quelli che gestiscono i soldi dei cittadini. 

Per questo non può sfuggire a nessuno, e tanto meno a Mandarini, che nel corso degli anni, anche in Umbria, un ceto burocratico manageriale, non solo naturalmente nella sanità o alla Regione, ma nell''urbanistica, nella costruzione del sistema infrastrutturale, nel commercio, nei comuni o in altri enti, ha finito con il sostituire o con il surrogare compiti e funzioni decisionali fondamentali per giungere poi a scelte rilevanti per la vita delle città e della regione. Scelte che spettano invece a chi è eletto, oggi addirittura direttamente dai cittadini, come Sindaci e Presidenti, i quali quindi dovrebbero avere una maggior forza rappresentativa e decisionale. I limiti in questa prospettiva sono spiegabili con la crisi della politica, dei partiti, delle istituzioni e anche con l''inadeguatezza di una classe dirigente. 

Ma il punto fondamentale che oggi è in discussione, anche dopo le modifiche introdotte dal sistema elettorale maggioritario e l''elezione diretta di Sindaci e Presidenti, è quello di capire se si vuole assecondare o invece contrastare questi processi di decisione extra istituzionale, i quali rischiano di espropriare pesantemente il potere di scelta in capo alla sovranità popolare. 

Per questo, caro Mandarini, capisco che nella foga polemica ti è venuto facile etichettare i nuovi e vecchi direttori generali delle Asl e della Aziende come appartenenti o espressione di questo o quel partito, Ds, Margherita, o Rifondazione, per voler dimostrare una presunta sconfitta dei Ds, ma converrai con me che, Direttori Generali e Dirigenti o Funzionari a livelli di comando elevati, hanno convinzioni politiche, ideali e di partito molto fragili e mutevoli, soprattutto quando sentono che è messo in discussione il loro proprio personale potere. Non resta quindi altro che costruire un rapporto di fiducia tra esecutivo regionale e manager incaricati di realizzare il Piano Sanitario. 

Non c''è quindi da gridare vittoria o sconfitta per nessuno. L''importante è guardare con fiducia ad una fase nuova della sanità umbra, con la speranza che l''accresciuta responsabilità delle istituzioni democratico-rappresentative, in un settore così delicato, possa produrre una migliore qualità dei servizi sanitari e socio assistenziali per tutti i cittadini.

 

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