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Venerdì 18 Luglio 2008

"I RITARDI DEL PD DI FRONTE ALLE PROSSIME SCADENZE POLITICO-ELETTORALI"
"Intervento alla prima riunione dell’Ufficio Politico regionale del Partito Democratico dell’Umbria tenutasi il 18 luglio 2008"     dsgsdg

di Alberto Stramaccioni

Permettetemi di dire che questa riunione, la prima dell’Ufficio politico, sembra un po’ svolgersi al di fuori del tempo e dello spazio. Dalla relazione e dagli interventi non è emerso con la necessaria e indispensabile chiarezza che dobbiamo innanzitutto lavorare per conseguire un obiettivo e cioè la ripresa politica ed elettorale del Partito Democratico dopo il risultato negativo del voto del 13 e 14 aprile in vista delle prossime elezioni comunali, provinciali ed europee della primavera prossima. Non è stato fatto e non si sta facendo tutto quello che sarebbe necessario per invertire la tendenza sia sul piano nazionale che su quello regionale. Oggi comunque va registrato che finalmente dopo molto tempo si individua un organismo dirigente politico regionale e lo si considera il luogo e la sede dove poter discutere e decidere. E già questo non è poco.


Ora per definire meglio il quadro degli impegni per i prossimi mesi è giusto e utile che si affrontino sia i nodi politici generali, programmatici ed identitari davanti al nuovo partito, al Partito Democratico, ma anche quelli organizzativi e gestionali per governare al meglio una fase particolarmente delicata e difficile come è quella preparatoria delle prossime elezioni amministrative in Umbria. L’affermazione elettorale del Pdl con la vittoria di Berlusconi e la crescita in Umbria del centrodestra apre nuove prospettive per questa coalizione che dobbiamo saper contrastare anche dopo i recenti risultati elettorali amministrativi alle elezioni comunali di Todi, Deruta, Bettona, Passignano e ancor prima Assisi. E’ già stato fatto recentemente in altre sedi non intendo qui soffermarmi sui caratteri dello scenario e del quadro politico nazionale sul quale peraltro è necessario che si dia finalmente corso ad un progetto compiuto e credibile del Partito Democratico a partire dal superamento della giustapposizione di gruppi dirigenti e di organismi che non danno l’idea agli elettori e ai cittadini di un programma di governo innovativo e di una classe dirigente effettivamente nuova. 
Ma per rimanere alla nostra vicenda umbra la discussione che c’è stata fino adesso sul cosiddetto “modello di sviluppo per l’Umbria” è apparsa per certi versi anticipata strumentalmente di parecchi mesi e per altro verso postdatata di quindici o venti anni perché la crisi del modello di sviluppo umbro è sicuramente collocabile tra la fine degli anni Ottanta e i primi anni Novanta. Ora ci si può dividere sul giudizio da dare e cioè se in questi anni sia stato fatto poco o molto per superare la crisi di quel modello e se sono state affrontate le riforme sia sul terreno politico istituzionale che su quello economico-sociale. Ma questo è già un altro discorso, ed io non da oggi, ma ormai da parecchi anni ho espresso le mie forti riserve e perplessità sulla strada che si è voluta imboccare. Ritengo cioè che è stato fatto poco e in direzioni abbastanza confuse e discutibili per quanto riguarda il necessario processo di modernizzazione dell’Umbria. Ma comunque oggi abbiamo altre urgenze dove questo dibattito certo che può esserci, ma dentro un quadro connotato da priorità e preoccupazioni politico-elettorali ben diverse. E cioè per essere particolarmente chiari se il centrosinistra e il Pd non vincono le elezioni comunali prossime del 2009 e quelle europee può darsi che sarà difficile, molto difficile, discutere di candidature per la guida della giunta regionale e non so poi quanti di quelli che oggi sono così ansiosi di competere vorrebbero farlo anche domani. Ora in vista di questi appuntamenti delle elezioni comunali che sono come è noto le più insidiose per il centrosinistra si tratta di affrontare almeno tre aspetti principali: il carattere dei programmi e dei progetti nuovi per il governo delle città; la costruzione delle coalizioni più larghe possibili; la scelta dei candidati sindaci o presidenti, nel contesto della definizione di un nuovo equilibrio politico della coalizione di centrosinistra dopo quello che ha governato l’Umbria negli ultimi dieci anni. 
Sul tema del programma e del progetto per le città non si può affrontare una competizione come le prossime amministrative e poi le regionali senza un quadro di riferimento programmatico regionale come immagino si debba poter costruire da qui alla prossima Conferenza Regionale Programmatica.
Ora sulla coalizione quello che non emerge è il lavoro di costruzione che era ed è ancora necessario sviluppare per tenere insieme forze diverse, e sottoposte anche in questi, ad una forte crisi politico-elettorale. Sul punto della costruzione della coalizione dobbiamo comunque essere chiari e consapevoli del fatto che se andiamo da soli non vinciamo al primo turno in nessuno dei dieci comuni sopra i 15 mila abitanti dove si voterà nella primavera prossima (Perugia, Terni, Foligno, Spoleto, Orvieto, Marsciano, Bastia Umbra, Corciano, Gualdo Tadino, Umbertide). Ricostruire la vecchia coalizione non è certo l’obiettivo nuovo che ci dobbiamo porre, ma è da lì che dobbiamo ripartire per allargarla dato anche lo sfilacciamento e il logoramento di questi mesi. Ma purtroppo non si vede un lavoro sistematico in questa direzione nelle diverse città con un necessario ed utile coordinamento provinciale e regionale che non può significare in alcun modo una limitazione dell’autonomia decisionale necessaria e indispensabile per i livelli comunali. Questo lavoro di coordinamento provinciale e regionale va comunque assolutamente sviluppato anche perché i gruppi dirigenti del Partito Democratico nelle città sono in una fase di costruzione e di sperimentazione. 
E in questo contesto non può mancare l’attenzione alla costruzione, attraverso la composizione delle coalizioni e la scelta delle candidature, di quel nuovo equilibrio politico istituzionale espressione del centrosinistra in cui tutte le principali cariche e responsabilità non possono essere appannaggio esclusivo del Partito Democratico. 
Sulla selezione delle candidature e il metodo delle primarie credo che sia una strada, che non vada assolutamente ideologizzata e la sua gestione ha bisogno di essere istruita e governata se non si vuole fare da una parte dell’inutile propaganda e dall’altra aprire competizioni autodistruttive all’interno del Pd e del centrosinistra. Le primarie non possono essere invocate per risolvere problemi o politici o di scelte di candidature affidando in modo del tutto spontaneo le scelte agli elettori. Si può arrivare a scegliere un candidato sindaco attraverso le primarie, magari poco partecipate, e vedere poi quel candidato sconfitto nelle elezioni vere. Non è quindi possibile fare le primarie da soli per conto nostro, del solo Pd, e poi proporre i nostri candidati agli altri e pensare così di potere costruire una coalizione larga autorevole e rappresentativa. La questione è delicata proprio perché in almeno quattro comuni su dieci (Perugia, Terni, Spoleto, Marsciano) bisogna andare ad individuare una nuova candidatura a sindaco dato che si è giunti a conclusione dei due mandati previsti dalla legge. E d'altronde non si può non vedere che la cosa peggiore che sta succedendo in queste settimane in alcune città importanti è che le varie candidature a sindaco, per i comuni, di cui si discute molto sulla stampa, e per niente negli organismi dirigenti, non vengono apertamente né sostenute né avversate. E questa è la situazione peggiore perché ci porta ad un processo di logoramento politico delle persone e della coalizione e quindi della affidabilità e dell’immagine del Pd e del centrosinistra. 
Non sono naturalmente pessimista abbiamo ancora un certo lasso di tempo davanti per recuperare quello che non è stato fatto nei mesi passati, ma l’importante è che si avverta la consapevolezza delle difficoltà di una certa e diffusa insofferenza dei cittadini verso le nostre amministrazioni e quindi di conseguenza operare le scelte necessarie in termini di programmi, alleanze e candidature per ribaltare questa tendenza politica-elettorale negativa. 

(Il resoconto dell’intervento è stato curato dall’Ufficio stampa del Partito Democratico dell’Umbria)