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Giovedì 06 Settembre 2007

"Ds e Margherita ai ferri corti"
"L’alba tormentata del Pd. Restano pochissimi giorni per scegliere il candidato a segretario regionale della lista Veltroni. L’Umbria è l’unica regione ancora in alto mare, finora inascoltati gli appelli romani"     gdfg

di Marco Brunacci

Dopo la prova muscolare dei Ds, che non si sono limitati a proporre come segretario del nuovo Partito democratico il loro candidato(Wladimiro Boccali) ma hanno anche “suggerito” alla candidata della Margherita di accontentarsi di fargli da vice, è scontro aperto tra Ds e Margherita. Il Partito democratico sembra destinato a nascere in Umbria, pochissimi giorni dalla presentazione delle candidature, sotto i peggiori auspici. Non sono bastati gli inviti, più o meno pressanti, di Veltroni stesso, come di Migliavacca e Bettini, di Franceschini e, per ultimo di Piero Fassino per giungere ad una candidatura condivisa tra i partiti che costituiranno il nuovo Pd(qualcuno dei vertici nazionali sarebbe arrivato ad ipotizzare un diniego romano a controfirmare le liste provenienti dall’umbria). la direzione Ds dell’altra sera, per indicare Boccali a tutti i costi contro ogni indicazione romana, ha usato toni tanto esagerati da ricordare i combattenti della “Corazzata Potemkin”ma nella versione fantozziana dell’eroico film.
Per rimediare alle fratture di ieri l’altro non è servita ad alcunché la riunione di ieri mattina del Comitato pro Veltroni (Clara Sereni, Bocci e Caporalini)e Margherita (Castellani, Brega, Guasticchi). L’appassionato richiamo della Sereni alle scelte “alte” del nuovo Partito democratico sono cadute nel vuota davanti all’irremovibile Bracco sostenuto dal giovane Fancelli, con un Mignini desolato e defilato. Il segretario reginale Ds avrebbe ammesso che sta male per le pressioni che arrivano dall’alto “ma la scelta del partito è netta”. Peggio Castellani che ha detto di star male per le pressioni sia dall’alto (i vertici romani) che dal basso (i colleghi di partito che lo accusano di subire lo strapotere dei Ds). In questo contesto “ospedaliero”, ecco una dure telefonata del segretario di Veltroni, Verini, (“Basta figuracce, abbiamo ben altro di cui occuparci, fate presto e bene”) e un primo segnale dato dal deputato diessino Stramaccioni, duro con i vertici del suo partito e che ha aperto il vaso di Pandora e delle nuove candidature. 
Cosa dice Alberto Stramaccioni che è stato anche segretari regionale dei Ds? Prima di tutto non si nasconde che “la situazione desta grandissima preoccupazione”. Perché “da una parte, nella società umbra avverto consistenti attese e speranze, ma dall’altra nei gruppi dirigenti più ristretti dei due partiti non vedo emergere quella capacità di proposta e quel senso di responsabilità ed equilibrio che sarebbe necessario quando si vuole costruire un nuovo partito, come quello democratico, che deve aprire una nuova fase politica anche in Umbria. Sembra che non si condivida proprio il progetto del Partito democratico”.

D. Chi è secondo lei che non dimostra il necessario senso di responsabilità?
R. “Non ho difficoltà a dire che il modo in cui è stato gestito il dibattito interno ai Ds è stato francamente sconcertante e al quale ho scelto di non partecipare. E’ iniziato solo il 23 agosto e subito si è cristallizzato in una contrapposizione con la Margherita che ricorda l’autosufficienza del Pci degli anni Settanta, quando quel partito aveva una ben diversa forza politica ed elettorale. Non si ha per niente la percezione che si voglia realmente costruire un partito nuovo, frutto del superamento dei limiti politici, programmatici e di classe dirigente, dimostrati negli anni sia dai Ds che dalla Margherita”.

D. Ce l’ha con l’attuale classe dirigente dei Ds?
R. “E’ certamente una valutazione politica che mette in evidenza la crisi del gruppo dirigente regionale dei Ds che si è aperta oramai da molti anni, ma che ultimamente si è fatta ancora più grave. I Ds in Umbria hanno ottimi dirigenti singolarmente presi, con una grande esperienza politica, amministrativa e di governo, ma non sono in grado di essere un collettivo che sappia esprimere proposte unitarie e rischiano di concludere la loro esperienza politica nel modo meno positivo per loro e per la società regionale”. 

D. Cosa pensa della candidatura di Boccali?
R. “Io non voglio esprimere giudizi sulla persona, mi limito a constatare che non trova il sostegno della Margherita i quali propongono un’altra candidatura. E mi dispiace poi che la discussione sia molto condizionata anche da aspettative di carriera futura di una parte molto ristretta dei dirigenti Ds”.

D. E delle pressioni romane cosa dice?
R. “Penso che si possa resistere, se si vuole, alle pressioni romane, è già stato fatto in passato. Ma con candidature forti e particolarmente autorevoli, rappresentative e soprattutto condivise da una base molto larga dei due partiti e dalla società civile”. 

D. A questo punto qual è la sua ricetta?
R. “Riconsiderare le proposte in campo, cercare una candidatura il più possibile condivisa anche, se necessario, di tipo istituzionale. Se questo non succedesse allora ognuno si assumerà le proprie responsabilità e spero che le forze più realmente convinte del progetto del Pd, fortunatamente presenti sia nei Ds che nella Margherita, abbiano la capacità di esprimere una loro proposta autonoma per competere nelle elezioni primarie”.

D. E lei a quel punto che farebbe?
R. “Beh, mi renderei disponibile a far si che le primarie siano una effettiva occasione di confronto politico tra candidature diverse. D’altronde il Partito Democratico richiede, assieme ad una innovazione politica e programmatica, un rimescolamento delle culture politiche e delle classi dirigenti dei due partiti”.

A proposito di altri candidati, ecco il pensiero che corre a quello che già c’è: il sindaco di Marsciano Gianfranco Chiacchieroni il quale dice secco “ Mi candido, certo che mi candido ho già raccolto 500 firme in tutta l’Umbria. Da Perugia a Foligno passando per Spoleto e l’Alto Tevere. Mi appoggiano tanti: artigiani, coltivatori diretti e cittadini comuni. Voglio dare un contributo di chiarezza alle Primarie . naturalmente se si trova una candidatura condivisa sono pronto a fare un passo indietro. Ma condivisa significa una candidatura credibile per il Pd che superi la diatriba Ds-Margherita”. Ma sono pronti pure Piccioni o la Tossi Brutti (ex Angius rientrati) mentre la Bruscolotti sta raccogliendo le firme. Se arrivassero ulteriori candidati l’umbria batterebbe tutti i record di litigiosità dentro il nascente Partito democratico (solo Campania e Sardegna non hanno concluso). Mac’è chi comunque sta cercando di mediare. Ieri, consultazioni informali in Corso Vannucci: ancora segnalato Stramaccioni al centro in un colloquio con Carlo Antonini e Paolo Baiardini, Gianpiero Bocci con Catiuscia Marini, la quale potrebbe essere importante ambasciatrice.
Per finire da segnalare una spaccatura in una solida “famiglia” politica umbra: il candidato Boccali ha l’entusiastico appoggio di Marina Sereni, che per lui non ascolta nemmeno Fassino e quello di Gianpiero Rasimelli, ma non il sostegno di Mauro Agostini, freddissimo nei confronti del famoso enfant prodige perugino.