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Mercoledì 18 Giugno 2003

"Troppe scelte non fatte, rischia di andare tutto in pezzi"    sevvs

di Marco Brunacci

PERUGIA -
Alberto Stramaccioni, ex segretario regionale
Ds, ora deputato, lancia l''allarme. Se non c''è una svolta, un''intera esperienza di
governo rischia di finire in pezzi, dice. E'' critico con scelte fatte dalle amministrazioni, ma soprattutto con le scelte non fatte. E vorrebbe timonieri più determinati nel condurre le amministrazioni umbre verso quel lido avvolto nella nebbia che si chiama 'politica dell''innovazione'. 


Partiamo dai Ds. Secondo lei cos''è che non funziona? E il suo è solo l''atteggiamento critico dell''ex o ha in mente carenze specifiche?

'Avverto un disagio e un''insoddisfazione diffusa nei Ds. Nel gruppo parlamentare umbro, nel gruppo consiliare regionale, tra molti sindaci e amministratori di città importanti e di tanti autorevoli dirigenti vecchi e nuovi ci si lamenta dell''andamento dei rapporti nella coalizione in particolare alla Regione come dell''efficacia dell''azione di governo sul terreno riformatore e più in generale sul ruolo e la funzione del partito'. 

Motivo?

'Non si cura l''unità e la coesione della coalizione sul terreno politico e programmatico in particolare alla Regione. 

Questo porta la Margherita, Rifondazione, lo Sdi ad avere campo libero su tutto, senza vincoli di coalizione. Tutto ciò rischia di minare la credibilità di una coalizione così larga, composita frutto di tanti anni di lavoro e rischia poi di compromettere il rapporto di fiducia e di credibilità tra i cittadini e i Ds come forza principale di governo. 

Si è lasciato che se ne andassero tre consiglieri regionali senza colpo ferire, si è arrivati alla elezione del presidente del Consiglio regionale all''ultimo momento, e ogni componente della coalizione, pone veti, avanza richieste, minaccia ritorsioni'. 

Sì, ma poi tutto sembra andare per il verso giusto.

'Ma non è certo questo il clima migliore per prepararci alle future competizioni elettorali del prossimo anno. Per esempio quelle comunali possono essere le più insidiose come anche nel suo piccolo Passignano ha dimostrato. 

Ci vuole unità nella coalizione e un maggior ruolo guida dei Ds come partito di maggioranza relativa. 

Se non c''è questo, è tutta la coalizione che ne risente negativamente e in questo senso in una regione come l''Umbria è fondamentale il ruolo di premiership del Presidente della Giunta regionale'. 

Manca premiership, non c''è guida, e che altro?

'In questi primi tre anni l''impegno prioritario e meritorio del Governo regionale sulle politiche per le infrastrutture ha rischiato di appannare o marginalizzare il progetto riformatore della coalizione regionale sui temi del lavoro e dello sviluppo, oltre la richiesta dei tradizionali incentivi pubblici. 

Poco si va facendo sulle questioni della cultura, del turismo, dell''agricoltura e dell''ambiente. Per non parlare della questione delle riforme istituzionali che riguardano direttamente la Regione. 

Su Statuto, forma di governo, leggi elettorali si potrebbe anche non concludere nulla con il rischio di arrivare alle prossime elezioni con la situazione attuale, dove lo stesso Consiglio regionale stenta ad affermare la sua fondamentale funzione legislativa'. 

Le diagnosi le sta facendo, ma la terapia dov''è?

'Se si vuole l''elezione diretta del Presidente o si va e a caccia di preferenze poi una volta avuto il mandato a governare lo si deve fare realmente senza condizionamenti che finiscono con il mortificare le stesse istituzioni. Non vorrei che per questa via presidenti e sindaci aumentassero, come è auspicabile il proprio consenso personale, a danno però del consenso generale alla coalizione o ai singoli partiti'. 

In questi giorni si litiga sulla sanità. Quale è la sua ricetta per nominare i manager?

'Se la sanità va bene come dice la Presidente e l''Assessore si riconfermino tutti e sei i Direttori, anche se faccio notare che una sana politica di ricambio consiglierebbe, in un settore così delicato, per chi ha già svolto per quasi dieci anni la funzione, un fisiologico e naturale avvicendamento. 

Ma si può naturalmente anche discuterne. Quello che appare fuori da quel minimo buon senso politico nella scelta dei nuovi direttori mi sembra l''assoluta mancanza del rispetto di qualsiasi criterio di competenza, professionalità, efficienza e risultati raggiunti dai direttori uscenti durante il loro mandato. Se si dà l''impressione che ci sono santuari intoccabili, perde autorevolezza e credibilità 1a politica e la democrazia, la coalizione di governo, il presidente, l''assessore, i partiti e gli stessi Ds naturalmente. 

E'' bene che chi è stato eletto direttamente democraticamente dal popolo riacquisisca la direzione politica della sanità in Umbria'. 

Ma è davvero così importante questo risiko dei direttori?

'E'' una questione questa dei Direttori politicamente emblematica e forse più significativa di alcuni atti amministrativi compiuti in questi primi tre anni. Voglio sperare che si abbia la piena consapevolezza di tutto ciò. Altrimenti quello che può entrare in discussione è la stessa credibilità e autorevolezza di un''esperienza di governo. 

Se non ci sarà una svolta nel più breve tempo possibile è questo il rischio fondamentale a cui potremmo andare incontro'.