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Martedì 23 Febbraio 2010

"RELAZIONE ALL'ASSEMBLEA PROVINCIALE DEL PD DI PERUGIA DEL 23 FEBBRAIO"
"Ordine del Giorno: Dimissioni del Segretario Provinciale"     df

di Alberto Stramaccioni

Ho chiesto di convocare questa Assemblea Provinciale per poter discutere il significato politico delle mie dimissioni dal ruolo di Segretario Provinciale del Pd della Provincia di Perugia. Le assenze che noto stasera credo che siano la conseguenza delle posizioni politiche da me assunte in questi mesi fino alle ultime. Da queste intendo però partire per giungere poi una conclusione e ad una proposta. 


Le posizioni politiche da me espresse in questi mesi hanno avuto una forte coerenza nel voler costruire un partito, a partire dal Congresso nazionale, che superasse le logiche e gli schieramenti di mozione e correntizie che via va nei mesi hanno assunto il carattere esclusivo di aggregazioni di potere molto spesso senza una chiara connotazione politica. Questo non significa non avere un partito realmente plurale e democratico, ma assumere solo una connotazione di potere è altra cosa non certo positiva.

In questi anni d'altronde dalla nascita del Pd in poi ci cono state tutte le elezioni possibili e immaginabili e tutto ciò naturalmente non ci ha aiutato. Anche per questo non era difficile prevedere la progressiva degenerazione della vita interna del Pd e già sei mesi fa per contrastare questo processo promuovemmo la costituzione della lista “Riformisti per l’Umbria” con una piattaforma politica di riferimento esclusivamente regionale e non nazionale, oltre le mozioni Bersani e Franceschini per segnalare l’ancoraggio programmatico del Partito Democratico ai problemi dell’Umbria e del Pd in Umbria e non certo a logiche di potere nazionali e regionali.

Nonostante i tanti tentativi in questi mesi si è andati ad una progressiva militarizzazione delle correnti con un logoramento progressivo dell’immagine del Pd. La goccia che per me ha fatto traboccare un vaso, già colmo, è stata l’indizione delle ulteriori primarie del 7 febbraio per la scelta del candidato presidente della Giunta Regionale dopo quelle del 25 ottobre. Al di là di una valutazione politica generale sulle primarie, io ho inteso contrastare con un voto contrario quella decisione, presa nell’Assemblea Regionale del Pd del 27 gennaio passata a larghissima maggioranza, proprio perché la contrapposizione correntizia e ritorsiva interna con questa scelta raggiungeva livelli fortemente autodistruttivi. Chi era stato sempre contrario alle primarie, come strumento di selezione della classe dirigente, improvvisamente e opportunisticamente si è messo in prima fila per richiederle. L’invocazione delle primarie è diventato quindi uno strumento per la prosecuzione della lotta politica fratricida, una specie di continuazione della guerra civile interna.

La volontà quindi di dissociarmi da questa scelta, che non esito a definire poco responsabile, mi ha portato alle dimissioni da Segretario provinciale attraverso una lettera che ho inviato alla Presidente di questa Assemblea, Margherita Lezi e al Segretario regionale, Lamberto Bottini. Alcuni giorni dopo il Segretario regionale ha inviato una lettera per indurmi a riconsiderare le dimissioni.

E poco fa lo stesso Bottini ha ripetuto lo stesso invito.
Stasera quindi passate le primarie, definito un quadro di alleanze, programmatico e individuato oramai il candidato presidente, credo che ognuno di noi deve dare un contributo ad una impegnativa, e non scontata nel suo esito, campagna elettorale. Quelle regionali sono elezioni dove incidono elementi regionali e nazionali. Da noi in Umbria dobbiamo rispondere a quei 75.000 cittadini che nelle Primarie del 25 ottobre ci hanno chiesto una politica di riforme, di modernizzazione e di rinnovamento delle classi dirigenti.

Verso questo obiettivo io intendo lavorare ed è con questo spirito che raccogliendo l’invito di Bottini sono disposto a ritirare le dimissioni. 
Intendo anche con questo gesto, evitare ogni polemica che pure all’inizio della riunione di questa Assemblea Provinciale c’è stata ed è testimoniata dalle assenze che abbiamo notato.

La mia volontà è quindi quella di lavorare con l’entusiasmo che è realisticamente possibile, per la situazione che si è determinata in questi mesi, ma con la determinazione che serve che per conseguire un risultato politico-elettorale positivo in questa campagna elettorale.

Grazie e buon lavoro a tutti noi.