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Sabato 01 Agosto 2009

"SERVE UN CONFRONTO POLITICO MENO MILITARIZZATO"     sdf

di Alberto Stramaccioni

La scelta di candidarmi nasce innanzitutto dall’esigenza di dare voce a tutti quegli iscritti al Pd a ai cittadini che in questi giorni si sono riconosciuti nel documento che ho presentato per una piattaforma regionale unitaria (“Una proposta per la modernizzazione dell’Umbria”, www.pdprovincialeperugia.it) che punti a superare le divisioni congressuali, anche in vista delle prossime elezioni regionali, particolarmente insidiose.


Ho accettato positivamente il contributo programmatico venuto dalla mozione Franceschini e la loro scelta di non presentare un proprio candidato proprio perché è stato condiviso il contenuto del mio documento e la mia proposta politico-congressuale che va oltre l’appartenenza alle mozioni per costruire con spirito unitario una nuova guida politica del Pd umbro. A questo fine vorrei che fosse chiaro che io non ho sottoscritto né la mozione Bersani né quella di Franceschini. La mia candidatura ha una valenza regionale testimoniata anche dal fatto che l’ho presentata autonomamente con un mio documento e con trecento firme, provenienti in egual misura sia dall’uno che dall’altro schieramento e cioè da coloro che nazionalmente votano Bersani o Franceschini
In coerenza con questa linea presenterò entro il 10 settembre liste autonome a sostegno della mia candidatura nei tre collegi in cui è suddivisa la regione, sia per eleggere i delegati alla Convezione Regionale che all’Assemblea regionale. Ed inoltre ho messo in piedi un Comitato politico organizzativo di sostegno al candidato segretario per la gestione della campagna congressuale con sostenitori di entrambe le mozioni. 
Ho fin qui espresso con una certa nettezza le mie opinioni e scelte proprio perché si tende a sottovalutare la particolarità della vicenda congressuale umbra, dove si presenta un progetto politico e una candidatura oltre le mozioni nazionali.
Avverto che questa particolarità si tende, da più parti, a minimizzare o strumentalizzare soprattutto da chi esprime una proposta congressuale altrettanto originale. In Umbria infatti, unica regione d’Italia, viene candidato a segretario regionale del PD un Assessore regionale in carica, sostenuto dall’intera Giunta Regionale. Sulla sua candidatura io naturalmente non posso che esprimere il massimo rispetto e amicizia per la persona. Sul piano politico, non posso non rilevare che non si rispettano i ruoli diversi, necessariamente autonomi e distinti, tra incarichi di partito e quelli nelle istituzioni. Si rischia così di dare un immagine di un Partito Democratico tutto proteso a conservare il potere fine a se stesso, senza progetti innovativi e riformatori e senza la volontà di avviare un doveroso e necessario rinnovamento della classe dirigente.
Non credo di esagerare poi, se sostengo che la mozione Bersani in Umbria si presenta con la faccia della Giunta Regionale e con tutti i suoi membri impegnati a vincere il confronto congressuale per ottenere poi le riconferme e i “terzi mandati”. Questo obiettivo è francamente difficile da negare. 
Ma le mie preoccupazioni verso un confronto congressuale che rischia di caratterizzarsi solo da logiche di potere vengono purtroppo confermate dal fatto che nei giorni scorsi appena la Giunta Regionale ha preso provvedimenti, giusti o sbagliati che siano, su alcune questioni è subito entrata in fibrillazione l’unità del gruppo Pd in Consiglio Regionale e dell’intero centrosinistra. C’è il rischio di un blocco dell’attività della Giunta Regionale negli ultimi decisivi mesi della legislatura con possibili conseguenze politiche ed elettorali molto negative. Sarebbe utile che di tutto ciò ci si rendesse almeno responsabilmente conto. Va allora impostato un confronto politico e programmatico più sereno, meno militarizzato e conflittuale. Non credo che gli iscritti e i cittadini umbri apprezzino questi modi di concepire il confronto politico in un partito che si definisce democratico e in una società umbra libera e civile.