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Martedì 18 Settembre 2007

"Il viaggio tra le bellezze umbre di Attlee, il laburista che sconfisse Churchill"
"Il premier britannico in visita in Italia nel 1921. Durante il viaggio conobbe la sua futura moglie"    sdgsdg

di Alberto Stramaccioni

Non mancano di certo le cronache dei viaggiatori stranieri in Italia e in Umbria negli ultimi tre o quattro secoli. Tra questi è elevato il numero dei turisti inglesi che a partire dal Seicento hanno iniziato a visitare l’Italia e le città dell’Umbria, diventandone più recentemente anche residenti. 
Una speciale relazione si è costruita nel tempo tra gli inglesi e l’Italia e tra gli inglesi e l’Umbria.

 

 

 

La storia del nostro Paese, la letteratura, la cultura, l’ambiente, le bellezze artistiche e architettoniche hanno esercitato sui britannici una particolare attrattiva, accresciutasi anche a seguito di alcuni eventi storici contemporanei, come il Risorgimento italiano, (nel corso del quale tanti esuli italiani vennero ben accolti in Gran Bretagna), nel corso della Grande guerra (uniti nella stessa alleanza politico-militare), durante il secondo conflitto mondiale (con la presenza liberatrice degli inglesi nelle città umbre e della penisola). Sulla scia di questo lungo rapporto anglo-italiano un viaggio nella Penisola diventava l’aspirazione di molti intellettuali ed esponenti della borghesia britannica. 
Tra i nomi più illustri dei viaggiatori inglesi in Italia si possono ricordare intellettuali come Byron, Ruskin, Turner, Berkley, Dickens, Virginia Woolf e tanti altri come si può desumere dalle pregevoli ricerche di Attilio Brilli, Daniela Giosuè, Vittor Ivo Comparato ed altri studiosi. Ma tra i tanti viaggiatori inglesi in Italia figurano anche alcuni importanti uomini politici che hanno visitato il nostro paese fuori dai loro impegni istituzionali. E tra questi vanno annoverati i premier Horace Walpole nel Settecento, Lord Palmerston nell’Ottocento e Winston Churchill nel Novecento, ma anche altri meno noti. 
Alla lista degli uomini politici inglesi in viaggio in Italia e in Umbria oggi siamo in condizione di aggiungere il nome di un altro prestigioso personaggio mai menzionato nelle tante pubblicazioni che riportano studi e ricerche storiche sull’argomento. Non c’è infatti traccia del viaggio in Italia e in Umbria di Clement Attlee, il premier laburista britannico che ha ricoperto la prestigiosa carica a Dowing Street dal 1945 al 1951. 
La notizia è stata raccolta durante un recente soggiorno a Cambridge consultando una biografia di oltre seicento pagine del primo ministro inglese realizzata dal giornalista e storico Kenneth Harris dal titolo: Attlee pubblicata dalla casa editrice Weidenfeld and Nicolson di Londra nel 1982. Una documentata ricostruzione biografica di Clement Attlee che ripercorre tutta la sua lunga vita, dal 1883 al 1967. Un personaggio politico che è diventato particolarmente noto per essere stato l’unico premier laburista ad aver sconfitto nelle elezioni politiche del 1945 (all’indomani della fine del conflitto) proprio un leader prestigioso e popolare come Winston Churchill, protagonista e simbolo della sconfitta nazista nella seconda guerra mondiale. Una biografia illustrata con molte note e documenti in appendice che non è stata mai tradotta in italiano, ma che riporta l’informazione sul lungo viaggio di Clement Attlee proprio in Italia nel 1921. Nato a Putney nel 1883 da una famiglia della classe media, studia ad Oxford, diventa avvocato e partecipa alla prima guerra mondiale, aderisce al partito laburista, nel 1919 diventa sindaco di Stepney, un sobborgo alle porte di Londra. Nel 1921 parte per l’Italia con il fratello Tom e con un gruppo di amici. Tra questi c’è anche Cedric Miller, accompagnato dalla madre e dalla sorella Violet, l’ultima di undici figli. Il viaggio in Italia dura cinque settimane tra l’agosto e il settembre del 1921, tocca diverse città italiane, ma la comitiva visita in particolare la Toscana e l’Umbria, terre molto apprezzate dagli inglesi. Il viaggio di Attlee si inseriva in quei “grand tour” che dalla seconda metà dell’Ottocento, con lo sviluppo del sistema ferroviario e alberghiero, consentiva di accrescere i viaggi in Europa e anche in Italia con un percorso dall’itinerario classico che partiva dalle Dolomiti per raggiungere l’Etna e si snodava attraverso la visita alle città di Torino, Genova, Pavia, Milano, Verona, Venezia, Modena, Bologna, Firenze, Siena, Napoli, Pompei, Palermo, Messina e Taormina. 

Anche Attlee seguì più o meno questo persorso, ma rimase particolarmente attratto dalla Toscana come molti inglesi del suo tempo. Attlee visitò questa regione e in particolare Firenze e le sue Gallerie, poi si recò a Ravenna sulla tomba di Dante Alighieri, particolarmente apprezzato anche in Inghilterra. Soggiornò a Rimini e poi si recò in Umbria. In questa regione visitò molte città come Orvieto, Todi, Perugia, Assisi Gubbio, Spoleto. Ed è proprio durante questi tragitti che Attlee approfondisce la conoscenza della giovane Violet Miller con la quale ben presto si fidanza e nel 1922 si sposano, mentre dal loro matrimonio nascono subito tre figli Janet, Martin e Alison. Un viaggio in Italia quindi che segnò la vita di Attlee, almeno sul piano umano e familiare. 
Al ritorno dal viaggio in Italia e in Umbria Atlee si impegnò con sempre maggior forza nell’attività politica, divenendo ben presto prima deputato, poi sottosegretario e Ministro. Eletto alla Camera dei Comuni nel 1922 è nominato sottosegretario nel governo di Ramsey Mac Donald dal 1929 al 1931 e nel 1935 diventa il leader del Labour Party. Allo scoppio della seconda guerra mondiale è ministro e vice premier nel governo di coalizione guidato da Winston Churchill dal 1942 al 1945. Il suo ruolo durante la guerra non è stato certo secondario, ma la sua grande affermazione politica, che avviene alla elezioni politiche del 1945, sorprende non poco, tanti osservatori stranieri.
Vince lo scontro con il “mostro sacro” Churchill interpretando un diffuso bisogno di riforme sociali presente tra i cittadini britannici particolarmente provati dalle distruzioni della guerra. Giunto al governo Attlee realizzò rapidamente il suo programma e quello di Lord Beveridge per la creazione di uno stato sociale "dalla culla alla tomba", anche attraverso la costruzione del servizio sanitario nazionale. Nazionalizzò poi le ferrovie, le miniere, le acciaierie, le industrie elettriche e del gas. In politica estera gestì tra l’altro la decolonizzazione di India e Pakistan, contribuì in maniera decisiva alla costruzione della Nato e dotò la Gran Bretagna della bomba atomica.
La sua elezione nel 1945 fu oggetto di molte salaci battute da parte dell’antagonista Churchill, che dovette subire comunque la sconfitta, lui così teatrale, dal grigio e mediocre, tetro e imbronciato (“sourpuss”) Attlee che nel 1921 visitò le nostre città umbre.