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Venerdì 23 Febbraio 2007

""Le Lettere dall'Umbria" di Marzani"
"In libreria la raccolta di articoli del giornalista Tertulliano Marzani dal 1950 al 1966"    dsad

di Alberto Stramaccioni

Il volume “Lettere dall’Umbria, l’affaticato cuore d’Italia dal dopoguerra alle soglie del regionalismo nelle cronache di un giornalista (1950 - 1966)”, è innanzitutto un atto d’amore del figlio, Paolo, verso il padre, Tertulliano Marzani, che gli viene a mancare quando aveva appena dieci anni.
Un atto d’amore verso il padre, scomparso prematuramente di cui ha voluto ereditare la professione giornalistica, essendo oggi redattore e conduttore del Tg3 Umbria.


Ma il libro è anche un importante “documento storico” su Perugia e sull’Umbria degli anni Cinquanta e Sessanta. Qualcuno ha detto che “il cronista è lo storico dell’istante”, ebbene Tertulliano Marziani con le sue centinaia di articoli, in gran parte riprodotti nel volume, ci consegna un quadro molto dettagliato della vita e delle caratteristiche delle più grandi come delle più piccole città e realtà dell’Umbria, da Perugia a Montone, da Umbertide a Gubbio, dal Monte Tezio al Trasmeno, da Assisi a Bettona, da Cascia a Orvieto. 
Dalla lettura degli articoli scritti da Marzani emerge innanzitutto un cronista colto, equilibrato nelle interpretazioni, ma soprattutto attento alla vita di quelle realtà della nostra regione che oggi non trovano più quella necessaria attenzione anche da porte del giornalismo locale, sempre più attento alle cronache del palazzo e sempre meno espressione delle esigenze e dei bisogni dei tanti borghi dell’Umbria.
Leggendo gli articoli riprodotti nel volume si avverte non solo l’amore per una professione, ma anche la capacità di narrare fatti e descrivere persone nella loro vita quotidiana. Particolarmente interessanti per raccontare Perugia e l’Umbria degli anni Cinquanta e Sessanta sono gli articoli sulle vicende che interessano il Trasimeno con la sua prima motonave, la Valnerina vista come una piccola Svizzera, il filobus a Perugia, la funzione crescente dell’Università degli Studi e di quella per Stranieri o il ruolo della Città della domenica come “la Disneyland tra gli ulivi”.
Brillanti sono poi isuoi articoli sulle tante manifestazioni culturali ed emozionanti le cronache dalle colonie estive dei bambini umbri ospitati a Senigallia e Marotta, che vedevano per la prima volta il mare nostrum.
Efficace e salace nei corsivi, Tertulliano Marzani era anche particolarmente attento alla vita politica ed economica di Perugia e dell’Umbria. Siamo negli anni della crisi e della ricostruzione dopo la guerra in un Umbria molto povera dominata dalla mezzadria, ma siamo anche negli anni in cui si cerca di progettare e di programmare lo sviluppo economico che non trova in Marzani un convinto sostenitore. E’ invece impegnato nel sostenere la battaglia per far passare l’autostrada in Umbria contro l’opinione di Fanfani e dei fanfaniani umbri. È convinto della necessita di una crescita economica costruita nel breve e nel medio periodo, anche attraverso finanziamenti statali, senza rincorrere il libro dei sogni del Piano regionale di sviluppo.
Cronista e polemista politico non certo tenero con le sinistre socialiste e comuniste, non amava nemmeno la politica di certi democristiani, ma sapeva conquistarsi la stima e il rispetto dei tanti rappresentanti del mondo politico perugino ed umbro.
Tertulliano Marzani nasce a Umbertide nel 1919 e muore a Perugia ad appena 47 anni. Laureato in Giurisprudenza le sue prime esperienze giornalistiche risalgono alla metà degli anni Trenta con numerose corrispondenze dall’Alto Tevere per il quotidiano il Messaggero di cui dopo la guerra – alla quale partecipò come ufficiale dell’Armir – fu vice corrispondente da Perugia. Collaboratore di varie testate a diffusione nazionale e riviste specializzate (come Le vie d’Italia edita dal Touring Club italiano) dopo aver condiviso l’avventura del settimanale Centro Italia fondato da Dino Mattoli, nel 1950 assunse la corrispondenza perugina del quotidiano Il Tempo, fondato da Renato Angiolillo, che mantenne fino alla prematura scomparsa. Fu anche autore di testi per seguitissime rubriche radiofoniche della sede regionale umbra della Rai, come Qua e là per l’Umbria e Paesi tuoi.