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Mercoledì 07 Febbraio 2007

"In ricordo di Leopoldo Corinti"     sdfsdf

di Alberto Stramaccioni

Leopoldo Corinti è stato ricordato soprattutto per i suoi incarichi istituzionali, prima Assessore alla Cultura, poi Sindaco del Comune di Spoleto e infine Consigliere Regionale. Ma Poldo era innanzitutto un appassionato militante della sinistra italiana con una particolare caratterizzazione politica, tutt’altro che ideologica e ortodossa. Non aveva di certo una cultura antistituzionale, ma era portato più a criticare “il palazzo”, secondo una sua connotazione libertaria, che a riconoscersi in tutte le mediazioni, molto spesso presenti nell’azione rappresentativa e di governo.


Curioso e partecipe dei movimenti giovanili degli anni ‘70 era iscritto alla Federazione giovanile comunista, ma nutriva una forte simpatia per tutte quelle “pratiche creative” del “movimento dell’autonomia del 1977”, o dei cosiddetti indiani metropolitani. Così venivano chiamati allora tutti quei giovani che esprimevano attraverso i loro giornali, le radio libere, le variopinte manifestazioni, una forte critica antisistema e contro il Pci e la stessa sinistra storica, accusata di pratiche consociative con la Dc e di aver tradito i propri ideali. 
Non a caso Poldo fondò nel 1978 “Radio Spoleto Uno”, una delle prime radio libere in Umbria. Grande era la sua passione per tutti i mezzi di comunicazione, dalla radio, ai giornali, alla televisione, al cinema, alla musica e ciò lo ha portato negli anni, ad usare tra i primi, le nuove tecnologie informatiche ed internet, fino alla creazione di un quotidiano telematico come “Spoletonline”. Si iscrisse al Dams per approfondire la conoscenza dei mass media, mentre gli piaceva scrivere articoli, condurre trasmissioni radiofoniche, comporre volantini, creare slogan, disegni e vignette per affermare le proprie idee e convinzioni, ma sempre con grande rispetto per le opinioni degli altri. Mite e generoso amava frequentare e capire il diverso da sé, sia nella politica che nell’esperienza umana ed era forse proprio questa sua ansia conoscitiva che lo ha portato a coltivare tante amicizie, anche fuori dal proprio schieramento politico e a girare il mondo intero con instancabile curiosità, fino a trasformare questa passione in un’attività imprenditoriale con la creazione di una agenzia turistica “Jazz viaggi”. Amava andare o ritornare in molti paesi del mondo, in quelli comunisti come Russia, Cuba, Cina o Vietnam e in modo scanzonato raccoglieva gadget e statuette dei leader comunisti, ma al tempo stesso era letteralmente affascinato da New York da Londra o da Parigi e in tutti questi luoghi spesso cercava di farsi accompagnare dal figlio o da amici e comunque era sempre intento a pensare al regalo più gradito da poter riportare a Ruggero. Poldo era anche un collezionista di tante cose più o meno strane ed abbastanza originale era la sua sterminata collezione di scatole di fiammiferi.
Amava fortissimamente la sua città, pensava continuamente a progetti culturali con una forte valenza turistica, ma non nutriva alcun atteggiamento campanilistico. Era un cittadino del mondo a cui la domenica piaceva tornare a pranzo dalla propria madre. 
La sua adesione al Pci era prima che politica sentimentale, nel senso che si sentiva parte di una grande famiglia (anche se quella spoletina era un po’ litigiosa) e quando si cambiò nome e simbolo al partito, avvertì che qualcosa si interrompeva anche nella sua esperienza umana e politica. Negli anni successivi aderì a Rifondazione, ma senza condividere le posizioni più estremistiche o personalistiche. Il dissenso con alcuni personaggi politici spoletini non si nutriva mai di forti rancori, al massimo si limitava a polemizzare con battute ironiche o giudizi dissacranti.
Forse negli ultimi anni il suo rapporto con la politica era diventato più disincantato, ma non per questo disinteressato. Avvertiva con crescente consapevolezza che il mondo politico della sua gioventù si era dissolto e dedicarsi al suo “Spoletonline”, in qualunque parte del mondo si trovasse, era in fondo il suo modo moderno di continuare a fare politica.