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Venerdì 22 Settembre 2006

"Missioni militari e politica estera"
"Il Parlamento sostiene l’invio di soldati italiani in Libano. L’Italia partecipa attualmente a 32 missioni internazionali impegnando circa diecimila militari"    sdfsd

di Alberto Stramaccioni

Con l’approvazione della missione di pace Onu in Libano, il Parlamento italiano, quasi all’unanimità e ad eccezione della Lega, ha compiuto un atto di politica estera destinato ad avere un valore diplomatico e militare di particolare rilevanza. L’elemento di discontinuità rispetto alla precedente missione militare in Iraq è fuori dubbio. Questa nuova presenza militare dei soldati italiani nello scenario internazionale e in particolare in una delle zone più calde del pianeta, come è quella del Medio Oriente, avviene per volontà innanzitutto dell’Unione Europea e dell’Onu, ma in piena sintonia con gli Stati Uniti d’America e in Israele. Tutti e 25 i paesi del vecchio continente con in testa l’Italia, stanno dando il loro contributo per la pacificazione tra Libano e Israele. Ogni stato europeo si è impegnato con uomini e mezzi per attuare le disposizioni della risoluzione dell’Onu n.1701 del 13 agosto scorso ed oggi anche la Cina e la Russia partecipano all’iniziativa di pace.
Una missione quindi che rafforza la presenza Onu, con l’Unifil (United Nations Interim Force in Lebanon) già presente da anni in Libano potenziandone il suo ruolo nel governo mondiale dei conflitti spesso delegittimato dall’interventismo della superpotenza Usa.
Sin dall’inizio del conflitto l’Italia, in accordo con l’Onu, si è messa alla testa dei paesi Europei, di fronte ad una Francia particolarmente perplessa, per porre fine ad uno scontro armato tra Israele ed Hezbollah in territorio Libanese, che ha provocato centinaia e centinaia di morti civili e militari ed enormi distruzioni materiali. Il tutto è avvenuto in un contesto in cui da anni oramai, il conflitto arabo-palestinese-israeliano coinvolge da una parte paesi come l’Iran e la Siria e dall’altra Israele e Gli Stati Uniti d’America, mentre a pochi chilometri in una situazione irachena, non certo stabilizzata, si assiste ogni giorno, alla morte di decine di civili e militari.
Il Governo italiano con l’avvio di questa missione ha quindi compiuto un atto di politica estera particolarmente significativo, attraverso uno strumento come quello delle missioni internazionali militari di pace che, nel corso degli anni, hanno via via assunto un peso sempre più rilevante per la soluzione delle controversie internazionali.
Il nostro paese dal dopoguerra a oggi ha partecipato a ben 106 missioni internazionali, ma più della metà di queste sono iniziate a partire dai primi anni Novanta, con la crisi del Golfo Persico nel 1990-91, con le vicende dei Balcani tra il 1995 e il 1999 e poi con la guerra in Afganistan e in Iraq. Missioni volute e guidate dall’Onu, dalla Nato, dall’Unione Europea, dall’ Ueo e dall’Osce.
Missioni di vario tipo con diverse “regole d’ingaggio”, come quelle per il mantenimento della pace (peace keeping); assistenza internazionale; imposizione della pace (peace en forcing); formazione della pace e prevenzione del conflitto (peace making). Oggi l’Italia partecipa direttamente con uomini e mezzi a ben 32 missioni internazionali impegnando quasi 10 mila soldati.
L’ultima missione internazionale in Libano a differenza delle altre si pone anche obiettivi più marcatamente umanitari,oltre quelli militari di pacificazione e di controllo del territorio. Sono stati infatti definiti strumenti e predisposti finanziamenti per la cooperazione internazionale e per la ricostruzione, mentre ci si pone l’obiettivo politico diplomatico di poter successivamente intervenire direttamente nel più delicato conflitto israelo-palestinese, con la possibilità di collocare forze di interposizione sulla striscia di Gaza. Si punta ad una possibile soluzione del lungo conflitto all’origine della più generale instabilità del Medio Oriente, che finisce con il pesare anche sulla crisi irachena, dove si assiste al rafforzarsi e all’estendersi della rete del terrorismo internazionale, accresciutasi dopo gli attentati dell’11 settembre 2001.
Un fenomeno che purtroppo l’unilateralismo della “dottrina Bush”(dopo la fine della guerra fredda) con la volontà di “esportare la democrazia”, ha finito con l’alimentarlo sollecitando imprudentemente quello “scontro di civiltà” tra un “superiore” occidente democratico e un “inferiore” oriente islamico. Una contrapposizione ideologica e culturale che non lascia spazio a tutte quelle forze che in varie parti del mondo non si riconoscono in questo conflitto e sono per una risoluzione politica e diplomatica degli scontri internazionali, senza alcuna concessione a tutti i tipi di fondamentalismo religioso.
L’Italia e L’Europa con la missione in Libano vogliono quindi dare un contributo al processo di pacificazione in Medio Oriente, per combattere più efficacemente contro il terrorismo internazionale che proprio in quell’area, anziché indebolirsi si è purtroppo rafforzato.

Elenco delle 31 missioni internazionali a cui partecipa l’Italia
MSU
Kossovo


NATO Headquarters Sarajevo 
Bosnia Erzegovina


NATO HQ Scopje 
Macedonia


NATO HQ Tirana
Albania


NTM-I 
Iraq

Standing NRF MCM Group
Mediterraneo

TIPH II
Israele 

UNFICYP
Cipro


UNIFIL
Libano

UNMIK
Kossovo

UNMIS 
Sudan

UNMOGIP
India e Pakistan

UNTSO
Medio Oriente

Active Endeavour
Mediterraneo orientale

Albania 2
Albania

Althea 
Bosnia

Antica Babilonia 
Iraq

Bilaterale Interni
Albania


DIE
Albania

Enduring Freedom
Golfo arabico

EUBAM Moldova Ucrana
Moldavia e Ucraina


EU BAM Rafah
Territori palestinesi


EUMM
Balcani
EUPAT
Albania

EUPOL Kinshasa
R.D. Congo


ISAF
Afganistan


KFOR
Kossovo


MFO
Medio Oriente

MIATM
Malta


MINURSO
Marocco


Missione UE di sostegno AMIS II
Sudan