Venerdì 09 Gennaio 2009
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"BASTA AMBIGUITA’. A PERUGIA BISOGNA DARE IL MEGLIO PER VINCERE AL PRIMO TURNO."     sdg

di Lucia Baroncini

Finite le feste, iniziano le danze. In pista il ballo finale per programmi e candidature. Ormai la grande, complicata tessitura che darà all’Umbria nuova classe dirigente e nuove alleanze ha i giorni contati. Nel Partito democratico si pigia sull'acceleratore. La segretaria regionale Maria Pia Bruscolotti ha chiamato a raccolta per il fine settimana tutti i possibili alleati, compreso l'Udc che anche questa volta prende tempo, nonostante la decisione nazionale del partito di Casini di considerare l'Umbria una delle regioni in cui sperimentare alleanze con il centrosinistra. La bravura di Bruscolotti sarà nel riuscire a convincere il diavolo a convivere in Umbria con l'acquasanta. E viceversa. Un bel cimento, oltre quello di spegnere al più presto l'incendio divampato fra democratici ternani, dopa la rinuncia di Enrico Micheli alla candidatura a sindaco.


Il fuoco cova sotto la cenere nel Pd guidato a Perugia da Alberto Stramaccioni. II segretario provinciale lavora in modo certosino al mosaico di candidature e alleanze infilando un colloquio dopa I'altro. C'e chi li ha contati: 150 in poche settimane e non è finita qui. Acquisite nell'assemblea del 22 le due scelte fondamentali, quelle di fare solo primarie di coalizione affrontandole con un solo candidalo Pd, il problema ora e calarle nelle realtà locali. nei Comuni interessati al volo. Non è semplice. Ci sono ex sindaci - ad esempio a Torgiano, Cannara, Magione - che vorrebbero rientrare in gioco proprio grazie alle primarie di partito, altri stanno raccogliendo firme - come a Gualdo Tadino - per presentarsi alle primarie di coalizione non con uno, ma con più candidati Pd. 
A tutti Stramaccioni ripete la preoccupazione denunciata due mesi fa, al momento della nomina a segretario, replicata nell'assemblea del 22: "Si sopravvaluta il consenso che il centrosinistra potrebbe avere in Umbria nelle elezioni amministrative. Non è detto che in una regione rossa si vinca sempre e comunque. E quelle comunali sono le elezioni più insidiose, soprattutto se si finisce al secondo turno". 
Circolano sondaggi locali che motivano i timori. Pesano un Pd che a Perugia viaggia intorno al 40 per cento, a Bastia come a Spoleto al 30, a Foligno intorno al 35, a Gualdo Tadino tra il 25 e il 30, a Corciano verso il 40, a Marsciano intorno al 35, solo ad Umbertide c'è la blindatura col 60 per cento dei consensi. 
Percentuali lontane anche rispetto ai risultati delle ultime politiche. Per vincere al primo turno manca in media un buon 15 per cento di elettorato. “E’ necessaria una solida alleanza", dice Stramaccioni. Tutta da costruire con vecchi compagni di viaggio, come i comunisti del Prc e del Pdci, i Verdi, i socialisti del Ps, dissanguati dal voto di aprile, ognuno alla ricerca di una difficile rinascita. Per vincere sarà necessario anche l'ldv col suo patto etico che i democratici umbri accettano. Sara utile anche l'Udc, o meglio, la Costituente di centro. Coalizioni che potrebbero formarsi a geometria variabile, dice il segretario, dove tutti ci siano dappertutto nella consapevolezza che in alcuni Comuni, ad esempio a Spoleto e Marsciano, col Prc che non c'e mai stato potrebbero esserci problemi, mentre a Perugia I'alleanza con l'Udc sembra impresa davvero ardua. Possibile invece che i centristi entrino in coalizione oltre che a Spoleto e Marsciano, a Foligno e Gualdo Tadino, dove alla coordinatrice regionale Sandra Monacelli potrebbe essere offerta la poltrona di sindaco. Ma gli spazi per gli alleati nelle varie amministrazioni sono tutti da definire. L'orientamento del Pd al momento è assegnare la vice sindacatura alla seconda lista della coalizione, con la probabilità che sia il primo a spuntarla. A Spoleto per venire a capo del conflitto fra Benedetti e Cintioli ci sarà la consultazione dei circa 400 iscritti. A Gualdo Tadino si cerca di trovare la soluzione nella candidatura di una personalità di centro sorretta dalla più ampia coalizione possibile. Perugia e la più grande incognita, nonostante da un anno e mezzo in campo ci sia l'autocandidatura di Wladimiro Boccali. L'assessore comunale, che da tempo ha iniziato la sua campagna elettorale con una lunga teoria di incontri e allestendo un personale laboratorio di idee, finora ha ottenuto un solo sostegno formale e ufficiale: quello dei Comunisti italiani. Il Pd non si è ancora pronunciato ufficialmente. Stramaccioni non nasconde la sua preoccupazione: "Prima di procedere ad individuare il candidato da proporre alla coalizione vorrei invitare il Pd di Perugia ad un maggiore confronto interno e ad uscire da atteggiamenti ambigui ed opachi". II riferimento è a due comportamenti che il segretario ha potuto verificare in queste dense settimane di confronti: 'In pubblico - spiega - sembra esserci un sostegno quasi dovuto perche c'è da più di un anno una sola candidatura, mentre in privato si esprimono perplessità e contrarietà di alcuni grandi elettori senza tener conto della perplessità in una parte significativa dell'opinione pubblica cittadina". Certo, è assordante il silenzio con cui e stata accolta in questi mesi I'autocandidatura insistita di Boccali. Nessun protagonista della vita sociale, politica, culturale della città e della regione ha fin ora espresso il proprio esplicito e pubblico favore. Il tempo, a questa punto, lo richiederebbe. Ma il problema è anche un altro e Stramaccioni lo mette in evidenza: "Nella coalizione c'e chi è notoriamente contrario e chi è abbastanza perplesso". Il Prc nei giorni scorsi è uscito allo scoperto dicendo esplicitamente che non sosterrà la candidatura dell'assessore all'urbanistica, al punto di dichiararsi pronto ad un progetto alternativo per la città. Nell’Italia dei Valori Boccali aveva un grande fan in Giuseppe Lomurno, ma le cose sono cambiate con l'arrivo del nuovo fiduciario di Leoluca Orlando, Aviano Rossi. Sembra che ora il partito di Di Pietro coltivi forti dubbi. A Boccali insomma verrebbe a mancare il sostegno dei due partiti che a Perugia, dove il Pd si ferma al 40 per cento, possono fare la differenza per la vittoria al primo turno. Un handicap decisivo, che mette in allarme il segretario provinciale: "Nella città capoluogo dell'Umbria la nuova coalizione ha delle grandi responsabilità anche come punto di riferimento delle altre città della provincia. Anche se il centro destra dovesse proporre una candidatura poco competitiva non e certo questa la ragione per non dare il meglio". Un siluro a Boccali? Stramaccioni puntualizza: "Non ho alcuna preclusione personale, ma il candidato del Pd deve innanzitutto essere convintamente sostenuto dal partito e tenere unita una coalizione larga e vincente ai primo turno. Invece, permanendo questa situazione non posso non evidenziare i rischi che ambiguità e furbizie possono comportare per gli stessi esiti elettorali nella consultazione di Perugia". 
Le danze sono davvero iniziate.

 

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