Mercoledì 05 Marzo 2008
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"STRAMACCIONI E LA FORMAZIONE DELLE LISTE ALLE ELEZIONI POLITICHE DEL 13/14 APRILE 2008"
"Intervista a «Il Messaggero»"     sdfgdfg

di Marco Brunacci

Perugia - Il Pd ha escluso dalle liste Alberto Stramaccioni unico uscente umbro non riconfermato, senza che nessuno spiegasse i criteri secondo i quali è stata fatta la scelta. Il cinquantenne deputato, segretario regionale della svolta dal Pci al Pds ai Ds in Umbria non nasconde tutta la sua amarezza.

Allora, Stramaccioni farà parte delle liste del Pd o no?


Il rispetto per la dignità politica e personale mi impedisce di sottoscrivere qualsiasi candidatura.

Che cosa è successo?

Sono sufficientemente disincantato per guardare alla vicenda delle liste con un certo distacco. Mi amareggia solo l’umiliazione subita dal neonato Partito Democratico umbro che ha dovuto accettare così tante candidature nazionali a scapito di quelle realmente umbre e non romano-umbre.

Candidature romano-umbre? Spieghi?

È sotto gli occhi di tutti. Da qualche tempo c’è un nuovo modo di fare politica. Ci si lega ad un leader di una corrente nazionale e poi si questa base, anche senza grandi legami con la realtà regionale si viene candidati ed eletti. Oramai c’è una componente romana del Pd umbro che ha tolto dignità e ruolo al Pd in Umbria. Chi non ha santi in paradiso non viene candidato e la mia concezione della politica mi impedisce di appartenere a correnti o sottocorrenti o di fare riferimento a capi o capetti per ottenere coperture o protezioni politiche.

Ma lei non veniva dato con propensioni dalemiane?

A questo proposito ci sono stati autorevoli dirigenti umbri del Pd che hanno impedito pervicacemente che io fossi candidato con l’accusa di non essere sufficientemente o autenticamente dalemiano. Conosco D’Alema e Veltroni da più di trenta anni e nei quasi dieci anni in cui sono stato segretario regionale del Pds-Ds dal 1992 al 2001 entrambi erano i segretari nazionali. Ci sono stati momenti di conflitto anche aspri su alcune questioni umbre e non è per questo che mi sia mai legato al carro dell’uno o dell’altro.

Hanno un nome gli "autorevoli dirigenti del Pd" che si sono opposti alla sua candidatura?

Non credo sia un mistero per nessuno: sia la Sereni che la Lorenzetti si sono opposte. E alla Lorenzetti vorrei dire che se lei pensa di marginalizzare coloro che criticano la politica della regione perché magari vuole fare il terzo mandato, si sbaglia. Io non da oggi ho espresso e continuerò ad esprimere valutazioni critiche quando sarà necessario sull’attività di governo. C’è una situazione economica stagnante, mancano idee e progetti per il futuro, nessuna riforma della pubblica amministrazione si è realizzata e c’è un clima del tirare a campare in un momento in cui bisognerebbe innovare e modernizzare. 

Allora lei ritiene che le liste siano state fatte pensando alle elezioni amministrative e regionali?

Certamente qualcuno ci ha pensato. E io guardo con preoccupazione proprio le scadenze elettorali dei prossimi dodici e ventiquattro mesi quando avremo importanti consultazioni e si tratterà di costruire un nuovo equilibrio politico-istituzionale e nuovi programmi per il centrosinistra in Umbria. Un nuovo centrosinistra dopo quello che ha retto negli ultimi dieci anni. E non vedo la sufficiente consapevolezza dei problemi che si sono pure già manifestati nei diversi comuni umbri. Come è noto le elezioni comunali sono per noi le più insidiose. E l’anno dopo ci saranno quelle regionali.

 

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