Lunedì 11 Gennaio 2010
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"PROCEDURE PER L'INDICAZIONE DEL CANDIDATO PRESIDENTE DELLA REGIONE"
"Intervento di Alberto Stramaccioni Segretario del Partito Democratico della Provincia di Perugia all'Assemblea regionale del 22 dicembre, all'Hotel Giò di Perugia"     dfds

di Alberto Stramaccioni

Sono d’accordo con la proposta del Segretario regionale di dar vita al una Commissione ristretta per discutere i passaggi e le procedure per l’individuazione del candidato Presidente della Regione e riportare poi il risultato del lavoro compiuto alla prossima Assemblea Regionale da tenersi prima della fine dell’anno.


Staserà è utile però che incominciamo tutti a fare un passo avanti. E il contributo maggiore deve venire da chi ha maggiore responsabilità politiche e amministrative. Certo dobbiamo renderci conto di che cosa è oggi il Pd e questo non aiuta. Il dibattito nazionale di questi giorni la discussione nella varie regioni ci ripropone una divisione congressuale molto forte, che continua.

Naturalmente questa divisione ha ripercussioni anche nella nostra realtà umbra dove il protrarsi di questo confronto congressuale interno per mesi e mesi potrebbe avere delle conseguenza particolarmente negative.

Ora in Umbria dopo tante discussioni se la vogliamo mettere così, siamo per così dire di fronte a due protervie politiche. 

L’una di chi vuole rimanere al governo della Regione a tutti i costi e l’altra di chi vuole cambiare. Due protervie francamente diverse e la seconda molto più condivisibile. Un ricambio dopo dieci anni non solo è giusto, ma è democraticamente fisiologico e utile all’Umbria. Lasciamo stare i sondaggi fatti ad uso e consumo solo di qualcuno. C’è stato un solo grande sondaggio in Umbria il 25 ottobre scorso. Con il voto di migliaia e migliaia di cittadini veri. Dalle elezioni Primarie è venuto fuori un risultato molto chiaro con la partecipazione di 75.000 cittadini umbri. Questi mentre votavano guardavano con un occhio o due al Pd nazionale alle sue mozioni congressuali e ai candidati segretari regionale e nazionale. Ma con otto, dieci occhi avevano ben presente la situazione regionale e la discussione in corso sulla futura consultazione elettorale regionale già fissata per il 28-29 marzo. Ed hanno espresso la loro opinione con grande chiarezza, 49%, 41%, 10%. Dati incontrovertibili su cui non si è voluto riflettere.

Io ho espresso un certo giudizio, come è noto su questo voto. 
Non si è d’accordo sulla valutazione che ho espresso di delegittimazione di un intero ceto politico-ammnistrativo che aveva sostenuto una determinata mozione?! Bene! Ma almeno si rifletta su quel voto e sulle sue inevitabili implicazioni politiche. Si vuole invece far finta che niente è avvenuto in questi mesi, con il voto prima alle politiche del 2008, poi alle amministrative e alle europee del 2009 e infine con le primarie. Questo non mi sembra né giusto, né utile al Pd. Ora ci si dice, come è avvenuto nella precedente Assemblea Regionale, che il Presidente uscente è “a disposizione del Pd”. 

Ma chi ha il massimo di responsabilità dica con chiarezza qualcosa di più di quello che si intende fare. Non si limiti a dare la propria disponibilità. Così non contribuisce alla decisione più larga e condivisa possibile. Un Presidente uscente non può limitarsi ad una tale affermazione come fosse un corpo estraneo al Pd. Deve essere più chiaro e più preciso il suo orientamento sul piano politico e personale. Non si può pensare di stare alla finestra a registrare gli eventi, senza prendere posizione oppure limitandosi a dire “sono a disposizione”. Questo non è un atteggiamento da chi è a tutti gli effetti una parte fondamentale del gruppo dirigente del Pd in Umbria.

Se non vogliamo realmente vederci sottratta dalla Segreteria nazionale la nostra autonomia regionale, la nostra capacità decisionale in Umbria, dobbiamo collaborare tutti realmente e lealmente per giungere ad una proposta per il Presidente della Regione la più condivisa e larga possibile. Con le prossime elezioni regionali il Pd in Umbria come in Italia si mette alla prova ed è una prova decisiva dopo il congresso nazionale.

Certamente date le vicende di queste settimane e mesi per le nostre reciproche autodelegittimazioni, non avremo un candidato condiviso al 100%, ma almeno all’ottanta per cento, al settanta per cento sì. Grazie.

 

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