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Mercoledì 06 Marzo 2024

L'impero e la nazione - I britannici e il Risorgimento italiano (1848-1870)

(Carocci editore - Studi Storici)

Il volume ricostruisce le dinamiche politiche, economiche e culturali che hanno caratterizzato le relazioni italo-britanniche nell’età risorgimentale al fine di riconsiderare una diffusa interpretazione storica che ritiene la politica estera del Regno Unito impegnata a difendere solo i propri interessi imperiali attraverso il controllo del mare Mediterraneo.

Le relazioni tra la Gran Bretagna, gli Stati italiani e il movimento risorgimentale sono state invece contrassegnate sia da intese sia da conflitti: sulle forme di Stato e di governo, sulle libertà politiche e religiose, sul libero scambio, sulle azioni diplomatiche, militari o insurrezionali.

Nel confronto su queste tematiche si è sviluppato un particolare rapporto tra le classi dirigenti di un grande impero in espansione e quelle di un’antica nazione alla ricerca di un proprio Stato unitario. Ciò è avvenuto nel contesto di una lunga competizione tra gli Stati europei che ha condotto a una neutralizzazione reciproca di fronte alla quale nessuna potenza ha avuto la forza o la convenienza di opporsi alla nascita del Regno d’Italia.

 

Destra e Sinistra nell’Italia contemporanea. 1796-1992

 
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Mercoledì 18 Agosto 2021

La Gran Bretagna e il Risorgimento italiano

(Edizioni Nuova Prhomos)

La ricostruzione delle relazioni italo-britanniche nell’età risorgimentale è da molto tempo trascurata dalla storiografia italiana, mentre costituisce ancora oggi oggetto di approfondimento da parte di quella inglese.

Questo volume si propone quindi di riconsiderare le relazioni politiche e diplomatiche tra la Gran Bretagna e gli Stati italiani dal 1848 al 1870, nel contesto dei mutevoli equilibri europei, basandosi su nuove ricerche archivistiche.

Dagli studi effettuati emerge come la Gran Bretagna tenga rapporti diversi con le varie istituzioni della penisola italiana: apre conflitti diplomatici con il Regno di Napoli per il rispetto dei diritti politici, critica la permanenza del potere temporale nello Stato Pontificio e di quello militare austriaco nel Lombardo-Veneto, ma stabilisce al tempo stesso relazioni non certo conflittuali con il Granducato di Toscana e particolarmente collaborative con il Regno Sabaudo.

Questa interpretazione dei rapporti italo-britannici evidenzia come il Regno Unito, pur animato da politiche imperialistiche, in competizione con Francia e Austria in particolare, abbia comunque contribuito alla nascita di un nuovo Stato nel Mediterraneo, affermando i principi del liberalismo e i diritti all’autodeterminazione dei popoli.

 

Destra e Sinistra nell’Italia contemporanea. 1796-1992

 
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Mercoledì 04 Dicembre 2019

Il Risorgimento italiano tra Francia e Gran Bretagna
Movimenti patriottici e relazioni diplomatiche (1796-1870)

(Editori Riuniti)

In anni in cui si è fatta strada la tendenza a prospettare nuove forme di autarchia nazionalistica e isolazionista questo volume propone una rilettura del percorso risorgimentale italiano, collocata proprio nel contesto delle mutevoli relazioni tra le principali nazioni europee che ha comunque consentito la nascita dello Stato unitario con le sue istituzioni democratico-rappresentative.

Il volume prende quindi in esame il particolare contributo dato dalla Francia rivoluzionaria nel promuovere, sia pure contraddittoriamente, il patriottismo italiano senza nascondere la volontà espansionistica di una potenza imperiale che non voleva “una grande nazione ai suoi confini”. Analogamente si mette in evidenza come la Gran Bretagna nel perseguire il controllo dell’area mediterranea, attraverso la sua “arrogante neutralità” abbia consentito comunque al movimento risorgimentale di affermarsi, sia pure in funzione antifrancese e antiaustriaca. Con la nascita dello Stato italiano, così come di quello tedesco un decennio dopo, viene a determinarsi un nuovo equilibrio tra le nazioni europee che verrà modificato solo dalla prima guerra mondiale.

Questo volume propone una interpretazione della storia del Risorgimento italiano basata sui diversi contributi provenienti sia dall’iniziativa cospirativa e insurrezionale dell’area democratica, mazziniana e garibaldina, sia dall’azione diplomatica e militare della componente liberale e monarchica guidata dal Regno sabaudo.

Il conflitto politico che si è più volte manifestato tra queste due espressioni del movimento nazionale non ha comunque impedito alla questione italiana di affermarsi in un contesto europeo in cui era sempre più sentita la necessità del dominio dell’area mediterranea, da parte di potenze coloniali come Francia, Gran Bretagna, Austria, Prussia e Russia, per i collegamenti tra l’Europa, l’Africa, l’Asia e le Americhe.

Il volume prende quindi in considerazione i rapporti degli Stati regionali italiani e del movimento risorgimentale con due potenze imperiali come la Francia e la Gran Bretagna che si pongono di fronte alla questione italiana sostenendo la libertà dei popoli all’autodeterminazione contro il vecchio potere assolutistico, anche se a prevalere è molto spesso una comune politica espansionistica in competizione con le altre nazioni europee.

Si giunge comunque alla costituzione del Regno d’Italia attraverso l’iniziativa militare e diplomatica del Regno sabaudo, all’insurrezione garibaldina e alla “interessata disponibilità” francese e britannica in un contesto europeo particolarmente competitivo in cui nessun paese ha avuto la forza e la convenienza di opporsi alla nascita della “sesta potenza”.

 
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Sabato 01 Dicembre 2018

Stato e Istituzioni Locali
La storia politica dell’Umbria dall’unità nazionale a oggi

(Il Formichiere, 2018)


Gli attuali e pervasivi processi di globalizzazione e internazionalizzazione dell’economia e dei commerci sollecitano i territori e gli Stati ad andare oltre il protezionismo nazionalistico, pur di fronte al crescente consenso populista, e può quindi apparire tutt’altro che inutile riconsiderare le varie fasi della storia politica dell’Umbria alla luce delle nuove sfide dei prossimi decenni.D’altronde, lungo i decenni la politica delle classi dirigenti cittadine e regionali ha assecondato, se non promosso, un certo ribellismo municipalistico contro lo Stato centrale e organizzato un contro potere regionalistico che sono risultate essere comunque due facce della stessa dipendenza statalista, fi no a identificarsi con la difesa della piccola patria contro lo Stato nazionale. Questa politica ha consentito sviluppo e modernizzazione nelle fasi espansive della spesa pubblica, ma non è riuscita a contrastare efficacemente crisi e persistente arretratezza in quelle recessive.Questo studio offre un’interpretazione di lungo periodo della storia politica e istituzionale dell’Umbria dal Settecento a oggi, con l’intento di superare una lettura isolazionistica della storia e dell’identità regionale. Il volume mette in evidenza come la persistenza dei caratteri identitari originari di un’area dell’Italia centrale, collocata tra Roma e Firenze, abbia conferito nel tempo alle classi dirigenti del territorio una specifica fisionomia politica di tipo statalista e municipalista con un’organizzazione prevalentemente oligarchica nella gestione del potere.

 
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Martedì 04 Settembre 2018

La Grande Guerra tra storia e storiografia.
Italia e Stati Uniti d'America, le sconfitte dei vincitori (1914-1919)

(Editori Riuniti)

Questo volume, dopo un’approfondita ricognizione sulla storiografia della Grande guerra mette in evidenza come l’Italia e gli Stati Uniti d’America, appena dopo la fine del conflitto, pur alleati e guidati da due regimi liberali, possano più confliggere che collaborare quando è in discussione o l’interesse nazionale o il dominio nelle relazioni internazionali. I due Paesi vengono poi accomunati, pur con le differenti storie e proporzioni, da analoghi esiti postbellici con l’affermazione di un sistema diffusamente illiberale negli Stati uniti e progressivamente dittatoriale in Italia a testimonianza delle possibili “sconfitte dei vincitori”.

Per l’Italia con la “vittoria mutilata” emerge la debolezza dello Stato liberale e la gracilità dell’assetto unitario nazionale. La crisi di regime è espressa dal perdurare dei conflitti politici, sociali e istituzionali fino allo sbocco nel ventennio fascista. Gli Stati Uniti d’America, dopo l’entrata in scena sul continente europeo e il rafforzamento del loro complesso militare-industriale, tornano a un nuovo isolazionismo che li porta a non aderire alla Società delle Nazioni e a non ratificare il Trattato di Versailles, aprendo anche cosi la strada alla crisi degli anni Venti.

 
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