Storia
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Curriculum

Alberto Stramaccioni è Professore Associato confermato di Storia Contemporanea (M-STO/04).

Ha conseguito la laurea in Filosofia nel 1985 presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Perugia. Ha partecipato ad esperienze tirocinanti e a stage ed è risultato vincitore di Borse di studio per approfondire varie discipline storiche in età contemporanea presso istituti di ricerca italiani ed esteri ,tra cui l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici (Napoli); l’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano (Roma); l’Istituto Italiano per gli Studi Storici (Napoli); le Facoltà o i Dipartimenti delle Università di Bielefeld, Oxford, Boston, Cambridge, Parigi-Sorbonne.

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Domenica 10 Aprile 2011

"IL PROGETTO UNIVERSITARIO FASCISTA PER PERUGIA"
"Scienze politiche e l'Università per stranieri"     svvesv

di ALBERTO STRAMACCIONI




L’attenzione del regime fascista per le istituzioni culturali di Perugia e dell’Umbria è stato sicuramente rilevante, pur all’interno dell’ indirizzo mussoliniano che tendeva ad affermare l’egemonia della politica sulla cultura. In questa prospettiva l’attività degli intellettuali e delle istituzioni culturali era sottoposta ad un certo controllo al fine di giungere ad una più diffusa fascistizzazione della società.

 

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Venerdì 07 Gennaio 2011

"UN IMPEGNO TRA POLITICA E CULTURA"
"Ad un anno dalla scomparsa di Raffaele Rossi (1923-2009)"    svevv

di Alberto Stramaccioni

Un tratto caratteristico dell’esperienza di vita compiuta da Raffaele Rossi sta sicuramente nella particolare capacità di saper sostenere un’intensa azione politica con una significativa elaborazione culturale.
Questa inclinazione intellettuale era comune a tutti quei giovani dirigenti che, nati negli anni venti, si impegnarono a partire dal secondo dopoguerra nelle file del partito nuovo di Togliatti, ma nel Pci umbro prevalentemente contadino e operaio, la sua azione politica e culturale assunse un particolare significato.
Dirigente dei giovani comunisti del 1944 è poi segretario della importante Federazione provinciale del Pci dal 1950 al 1956 e della Federazione di Terni dal 1956 al 1966 e successivamente dal 1967 al 1969 e dal 1973 al 1975 il Comitato regionale del Pci.

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Venerdì 10 Settembre 2010

"DIFFICILE NEGARE LA GUERRA CIVILE"
"A proposito della polemica sui libri di Marcello Marcellini riguardanti la resistenza ternana"   sfs

di Alberto Stramaccioni

Da qualche tempo, soprattutto a Terni, si è innescata una polemica storico-politica sui contenuti dei due libri scritti da Marcello Marcellini, avvocato riguardanti le vicende della resistenza armata al nazifascismo ed in particolare su alcuni episodi di guerra civile avvenuti tra Umbria e Lazio nella primavera del 1944.
Il primo libro in particolare “I Giustizieri” pubblicato l’anno scorso (il secondo, “Un odio inestinguibile” uscito da pochi mesi) ricostruisce attraverso una nutrita documentazione le complesse vicende che videro protagonista la Brigata partigiana “Antonio Gramsci” attiva nel territorio appenninico delle provincie di Terni e Rieti e in particolare a Leonessa, contro le forze tedesche e della Repubblica Sociale italiana.

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Venerdì 03 Settembre 2010

"LA RINASCITA DELLA PATRIA"
"Dopo l’8 settembre 1943 la Resistenza armata in Umbria"    sdmg s

di Alberto Stramaccioni

Nell’imminenza dell’8 settembre sono già in cantiere rievocazioni di una data spartiacque della nostra storia nazionale, a 67 anni dagli eventi. L’armistizio dell’Italia con gli angloamericani dopo tre anni di guerra al fianco dei tedeschi è considerato degli alleati come “una resa senza condizioni”. Si poneva fine al regime fascista di Benito Mussolini, destituito dal Re, dopo la notte del 25 luglio, ma non alla guerra che proseguiva in un paese diviso in due, con al Nord la Repubblica di Salò voluta da tedeschi mentre gli alleati guidavano il Regno del Sud dopo la fuga del Re a Brindisi. Con uno Stato disarticolato e diviso, una nazione e un esercito alla sbando e un territorio occupato dai tedeschi e angloamericani in conflitto si è parlato di “morte della patria”. Una interpretazione storica e politica da più parti contrastata con l’argomento che fu proprio dopo l’8 settembre 1943 ad iniziare il processo di “rinascita della patria” grazie soprattutto alla crescente organizzazione del movimento militare e civile di liberazione nazionale dagli occupanti nazifascisti. Tra il settembre 1943 e l’aprile 1945 si dispiega la resistenza militare ed anche se conta tra i duecentomila e i quattrocentomila combattenti si avvale comunque del sostegno di milioni di italiani che considerarono oramai persa la guerra e vogliono solo pace e prosperità.

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